Quando si parla di CdT [calcio da tavolo, ndr] e soprattutto di FISCT c’è un nome che è imprescindibile per capire davvero la storia: Stefano Buzzi!
Oggi abbiamo il piacere di farci raccontare un po’ di aneddoti direttamente da lui.
1) Ciao Stefano e benvenuto su Sportivamente Calcio Tavolo. Partiamo dalle presentazioni: chi è Stefano Buzzi e come è nata la passione per il Subbuteo (e per i panini)?
R: Ciao a tutti. Diciamo che è nata prima quella per i panini, essendo nato in una famiglia che ha gestito negozi di Gastronomia a Milano sin dal 1890.
Mi sono poi “ammalato” di Subbuteo contraendo il morbo a casa di amici che lo avevano ricevuto in dono dall’Inghilterra, non essendo a quei tempi ancora in vendita in Italia.
2) Tu hai seguito tutto lo sviluppo di questo gioco, cosa ricordi con più piacere degli anni d’oro?
R: Ho avuto la fortuna di giocare contro quasi tutti i “monumenti” nazionali (manca solo Eddie [Edoardo Bellotto, ndr]) e ricordo un 8-1 per Frignani a Mestre nel 1982, con la palla grande ed il portiere a terra. Uno spettacolo: palla che non si fermava mai, aperture al volo, assist, pallonetti ed un gioco pulito che da sempre ne contraddistingue la classe cristallina, tanto che ancora oggi a Renzo mi viene da dare del “Lei” per una forma automatica di rispetto dettata da pura ammirazione per il giocatore incredibile e per la magnifica persona.
3) …Però a un certo punto qualcosa è cambiato e il gioco ha perso seguito… Come è avvenuta la transizione al CdT?
R: Un problema linguistico: la scritta Table Soccer è da sempre sulle confezioni, solo che noi italiani siamo ignoranti come capre e la scritta è stata erroneamente tradotta come Calcio in Miniatura. Per il resto, giochiamo tutti allo stesso gioco, solo che sono state inventate categorie e divisioni per permettere a tutti di portarsi a casa la coppetta. Non esiste chi gioca per perdere.
4) Come abbiamo detto il tuo nome è legato indissolubilmente alla FISCT: hai voglia di raccontarci come è nato tutto?
R: Premesso che se avessimo avuto tutti a disposizione le basi DUX della ACM di Zappino oggi non esisterebbero altri materiali, brevemente ero stufo di veder giocare con regole di quartiere applicate diversamente fuori casa; stanco di vedere gente che si vestiva come gli pareva (divisa della “Maggica” compresa di scarpe coi tacchetti per citarne uno divertente), disgustato dalle organizzazioni sui fogli a quadretti. Così mi sono guardato intorno, ho studiato le altre regioni attaccandomi come una cozza all’Ing. Tonarelli che nel 1988 aveva già il software di gestione iscritti e tornei in DOS (il file Excel alla base di tutti i nostri tornei è il suo file “Italia 1982”). Atterrato a Sucy en Brie ho conosciuto il GENIO ASSOLUTO di Laurent Garnier, la cui “Guide 1988” ho tradotto nell’estate successiva. Applicato il tutto prima in Lombardia fornendo una GUIDA comprensiva del Regolamento GP Lombardo che ancora è alla base di quello FISCT 2019 (30 anni? Auguri!), vincemmo tutto quello che c’era da vincere dal 1990 al 1996: 5 titoli a squadre, 4 di singolo con 4 giocatori diversi, 2 Coppe Italia e la ciliegina della Coppa Campioni 1994, dove battemmo in semifinale la nazionale portoghese che avrebbe vinto di lì a poco l’Europeo ed in finale la nazionale Belga Campione a squadre in carica, rinforzata da tale Fuseau, allora Campione d’Europa open.
Alla fine mi son detto: “Quasi quasi applico la stessa organizzazione in Italia dove non vinciamo da un pezzo”.
Non l’avessi mai fatto: mi guardarono come dei pesci rossi, tutti tranne altri sette Club con cui fondai la FISCT e riportammo la Nazionale alla vittoria. Il resto è la solita storia di opportunismo italiano in cui tutti salgono sul carro del vincitore, tentando di distruggerlo.
Per fortuna c’è stato Gianluca [Gianluca Galeazzi, ndr].
5) Dopo anni di crescita oggi assistiamo a un ridimensionamento del movimento CdT, anche se nel complesso i giocatori aumentano grazie al ritorno dell’Old: da “osservatore esterno” secondo te da cosa dipende? E cosa pensi sarebbe necessario fare per invertire la tendenza?
R: Ti ho già risposto sopra: giochiamo tutti alla stessa cosa, ma invece di creare una struttura piramidale dove ognuno abbia il proprio spazio in base ad aspirazioni ed atteggiamento, qualche fesso ha pensato bene di rendersi antipatico agli altri, facendo il gioco di qualche altro fesso che naturalmente esisteva pure dall’altra parte.
Io adoravo lo spirito rivoluzionario che ha animato l’OLD nei suoi momenti iniziali, dato che mi ricordava il fuoco che provavo nel contrappormi alla multinazionale nei primi anni ’90. Claudio [Claudio Girolimoni, ndr] poi, è il mio preferito: gli farei un monumento tanto sono belle e fantasiose le sue tavole dedicate alla passione per il gioco.
6) Non esiste torneo di Natale senza i panini del Buzzi, ma rivedremo prima o poi Stefano sul panno verde?
R: Ho finito anni fa a Biella, vincendo la partita decisiva nella finale a squadre: cosa tornerei a fare?
7) Ma cosa c’è nei tuoi panini SPECIAL?
R: Non te lo dirò MAI!!!
Anche se non siamo riusciti a scoprire il segreto dei tuoi mitici panini (ma non demordiamo!), ti ringraziamo per aver risposto alle nostre domande. Sicuramente avrai ancora mille aneddoti da raccontare e, per chi volesse approfondire il discorso, ricordiamo che questa intervista è pubblicata anche su ForumSubbuteo.it, dove è possibile fare altre domande e chiedere maggiori dettagli (anche sui panini!).