La più grande associazione “subbuteistica” oggi sul territorio nazionale, ma probabilmente nel mondo, è la FISCT.
Delle sue origini ne avevamo parlato intervistando il suo fondatore storico, Stefano Buzzi ed avevamo scoperto i valori fondamentali sui quali era nata. Dagli inizi del 2000 ad oggi ne sono successe tantissime di cose, ma nel tempo si è consolidata la sua leadership nel mondo del calciotavolo ed oggi possiamo dire senza ombra di dubbio che è l’associazione con un’organizzazione sportiva che non ha eguali.
Il sottoscritto conosce abbastanza bene la FISCT essendo stato nel direttivo sia durante la presidenza di Enrico Corso (storico presidente FISCT restato in carica per quasi un decennio) e successivamente durante la presidenza Cuzzocrea. Ci sono persone che sicuramente ne sapranno di più, ma questo è quello che ho visto io.
2004: Stefano De Francesco, presidente FISCT
I primi anni di Fisct sono stati contrassegnati dalla politica di Stefano De Francesco, anche oggi personaggio di spicco del mondo Fisct. Sicuramente le fondamenta della Fisct partono da quei primi momenti di organizzazione e gestione delle varie strutture dirigenziali. Resta però per tutti prioritario il gioco che ovviamente impegnerà molta parte del tempo dei vari dirigenti avvicendatosi nei vari anni. Seppur anni densi di attività, preferisco balzare al periodo di Enrico Corso che portò effettivamente una ventata di grande novità nel mondo del calciotavolo nazionale.
L’epoca Enrico Corso
Tralasciando la fase iniziale, quella di Stefano Buzzi prima e Stefano De Francesco poi, per intenderci, le idee di Enrico Corso, eletto presidente nel 2005 dopo essersi trovato contrapposto Villa, ex presidente della “defunta ” AICaT (Associazione Italiana Calcio Tavolo) erano decisamente innovative per l’epoca, forse troppo. Infatti Corso ebbe l’intuizione che per fare la fortuna del nostro gioco si sarebbe dovuti passare dal CONI e in quella direzione profuse tutti gli sforzi affinché si riuscisse a raggiungere lo status di federazione riconosciuta (cosa che ancora oggi, nonostante il nome, non è). Furono anni dove l’attività “politica” dell’associazione fu davvero importante con continui tentativi e contatti con il CONI e diversi EPS (enti di promozione sportiva). Furono anche gli anni dove tutti i club per poter restare nella FISCT, che già aveva un ruolo di grandissima importanza su territorio, avrebbero dovuto trasformarsi in ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche) con tutti gli onori, ma sopratutto oneri, che ne sarebbero derivati. L’idea era molto semplice: avere solo club organizzati in ASD per cercare di riuscire a raggiungere i numeri che erano richiesti (oggi le regole CONI sono cambiate) per poter accedere allo status di “federazione in prova”.
Nonostante la bontà dell’idea l’operazione si rivelò perdente nel lungo periodo per un motivo molto semplice: essere riusciti ad organizzare l’associazione FISCT come ASD con soci ASD fu ritenuto da quasi tutti sufficiente per cercar di accedere al percorso CONI di riconoscimento mentre, in verità, avrebbe dovuto essere solo il primo passo per poi iniziare un percorso di formazione di dirigenti di ASD e quindi a separare la funzione di giocatore da quello di dirigente.
Il fallimento della politica “Corso”
Quando il progetto si arenò, successivamente alla costituzione delle ASD ed Enrico Corso non riuscì più a trovare supporto da parte dei soci che erano molto più interessati a giocare che a gestire (anche oggi, ma vedremo dopo), anch’esso si adeguò al trend e si adagiò un po’ “sugli allori” essendo da tutti riconosciuto come il volto del calciotavolo/subbuteo in Italia. Da sottolineare, però, che i contatti, anche importanti, che aveva con molti dirigenti CONI lo avevano portato ad alcune presenze importantissime anche all’interno della FIGC. Basta ricordare lo spazio dedicato alla FISCT all’interno di “Casa Azzurri” in occasione dei campionati “Euro 2008” organizzati da Austria Svizzera, comunque successivi ad analoga postazione nel 2006 ai mondiali di Germania.
Il 3 giugno 2008 usciva un articolo dedicato a questa attività:
Inizia la spedizione della delegazione FISCT in quel di Casa Azzurri, rappresentata per questa prima settimana dal Presidente Enrico Corso e dal neo-segretario Antonio Pizzolato (entrambi nella foto).
Inutile sottolineare la rilevanza mediatica che porta Casa Azzurri a tutto il movimento calciotavolistico, rappresentato già anche in occasione dei mondiali di calcio in Germania del 2006.
La delegazione FISCT è stata accolta nel migliore dei modi, anche con la visita del campione del mondo Cannavaro, oltre che dei giornalisti RAI presenti nella struttura. Nei prossimi giorni non mancheranno le visite di VIP e altri calciatori, cosi come i contatti con altri enti e privati.
Al contempo, Corso, oltre a cercare di dare visibilità alla Fisct ed al calcio-tavolo in qualsiasi modo, ha sempre cercato di coinvolgere le ASD a trovare under per aumentare il numero di giovani giocatori e creare un bacino di giocatori per il futuro. A tal proposito ricordiamo con piacere Alfredo Palmieri che tanti ha fatto per cercare di creare un movimento giovanile, ma si è sempre scontrato con l’assenza di collaborazione pressoché totale delle ASD perché interessate esclusivamente al gioco e senza nessuno, al loro interno, che potesse definirsi davvero “dirigente sportivo”. Di fatto club mascherati da ASD che però di ASD avevano solo il titolo e che non riuscivano a definire un progetto di sviluppo e mantenimento. Di fatto la Fisct stava prendendo la piega, che non abbandonerà più, di associazione dedita esclusivamente all’organizzazione e sviluppo di tornei, campionati e tutto quanto inerente al gioco relegando in second’ordine la promozione lo sviluppo e la ricerca di implementare un movimento giovanile davvero esiguo rispetto ai giocatori senior.
Nel 2013 finisce l’era di Enrico Corso, “sfiduciato” dai soci, ma prima ancora dal consiglio direttivo (del quale facevo parte anch’io) per cercare una svolta ed un nuovo indirizzo politico che portasse il calciotavolo su livelli migliori. Complice di questo epilogo fu un periodo di diversi mesi dove Enrico Corso non poté seguire con assiduità le faccende Fisct e questo creò prima una rottura all’interno del direttivo e successivamente con i soci.
Alla fine le idee di Enrico Corso erano decisamente ottime, ma il giocatore di calciotavolo resterà sempre un eterno bimbo che si diverte col gioco di quando era adolescente. Questo non è un male, tutt’altro!! Ma lo sviluppo di un’attività federativa è un’altra cosa.