Continua il Grande Fratello (anche se molti programmi televisivi sono stati sospesi) e continuo anch’io con i miei articoli che aiutano me a non pensare all’attuale situazione e spero aiutino un po’ anche Voi.
Questa settimana ho pensato di intervistare 2 giocatori di un Club piemontese geograficamente vicino al nostro: il Club Silvio Piola di Vercelli.
Questi ragazzi non sono solo vicini a livello territoriale, ma secondo me vicini anche come modo di pensare e di vivere il Calciotavolo. In più ho piacere di valorizzare e dare risalto a Club meno conosciuti, ma ricchi di esperienza e umanità.
Il penultimo torneo (3 edizione della “Santo Stefano Cup”) a cui ho partecipato è stato organizzato a carattere promozionale proprio a Casale e i ragazzi del Silvio Piola erano presenti.
Era il 2 febbraio: chi avrebbe immaginato che da lì a un mese tutto sarebbe cambiato? In quell’occasione i giocatori del “Silvio Piola” si erano dimostrati attenti ai nostri under a cui avevano dispensato consigli e suggerimenti e con cui avevano giocato serenamente anche pareggiando o perdendo.
Proprio per questo sono molto contenta di avere l’opportunità di porre loro qualche domanda per farveli conoscere meglio
Lascio la “parola” a Marco Palamà (il Presidente) e a Lillo Di Stefano che ringrazio tanto per il tempo che mi hanno dedicato.
Marco, da Presidente, racconti un po’ del tuo Club?
Il Subbuteo Club Silvio Piola, nasce dalla passione di 5 ragazzini ultra quarantenni che, reduci da esperienze passate poco edificanti, hanno deciso di fondare un club basato concretamente sui principi che muovono questo fantastico “micromondo”: spirito di squadra, cooperazione e reciprocità. L’abbiamo fatto nel nome del campione che fu l’icona del calcio, a cavallo degli anni 30-40, per le città di cui facciamo parte, Vercelli e Novara: Silvio Piola. Con la benedizione della figlia di Silvio, la dott.ssa Paola Piola, siamo ripartiti da zero: abbiamo trovato uno spazio, ricomprato i tavoli e cominciato ad allenarci come un team, supportandoci l’un l’altro, consigliati da persone d’esperienza del Subbuteo Club Biella’91 che ci ha teso una mano e dato un’occasione veramente importante per noi in questo momento.
Le domande le ho poste uguali sia a Marco che a Lillo: ecco le loro risposte
Come ti sei avvicinato o riavvicinato al calcio tavolo?
Marco: “32 anni or sono cominciai come molti, trascinato dagli amici e dai compagni di scuola a giocare nei nostri cortili su questo panno verde con questi omini dondolanti che regalavano sempre situazioni diverse e emozioni da stadio.Piccoli tornei e la forte componente ludica hanno plasmato la mia vita da Peter Pan che, in 45 anni e successivamente in altri contesti, non si è mai staccata dalla voglia di giocare con altri, fare squadra e partecipare ad eventi.Dopo la crisi degli anni 2000 il mondo del subbuteo ricominciò a respirare soprattutto nel mondo delle competizioni, vestendosi di nuovo con un’altro nome. Quando ne venni a conoscenza meno di due anni fa, fui inizialmente dubbioso per una serie di motivi; non appena ricominciammo a giocare però, la passione per quel panno verde che era caduta in un lungo letargo, si risvegliò fino a guidarmi qui oggi, come ultimo della fila ma con la voglia di fare bene con i miei inseparabili compagni di club.
Lillo: “Credo di non raccontare nulla di diverso rispetto ai ragazzotti nati come me intorno alla metà degli anni ’60. Un mio parente, dopo una vacanza al sud, scoprì il gioco del Subbuteo e lo portò nel paese dove vivevamo, a Santhià. Iniziammo quest’avventura ludica in 4, per concluderla a metà degli anni ’70 in circa 15 elementi.
A metà degli anni ’70 il Subbuteo non rientrava più nei miei interessi primari e lo abbandonai. Alla fine del 2018, leggendo un articolo in un settimanale locale, dell’organizzazione di un torneo di Cdt nella provincia di Vercelli. Mi sono riavvicinato a questo mondo, scoprendo soprattutto nuovi amici e nuove regole di gioco che ancora non conoscevo. Da qui l’idea con i miei nuovi compagni di istituire un club, il S. C. Silvio Piola di Vercelli, filiale dell’ ASD Biella ’91.
Come vedi il calcio tavolo dopo che questa “bufera” sarà passata?
Marco: “In queste settimane stiamo perdendo molto su ogni fronte. Tralasciando la drammaticità dell’evento e rimanendo su un piano più leggero come il CDT/Subbuteo dev’essere, stiamo rinunciando a parecchi eventi che avrebbero risaldato vecchie conoscenze e aperto a nuove. Dopo questo “digiuno” ricominceremo sicuramente con una “fame” di tiri, agganci, girolini, goal, strette di mano e abbracci fraterni senza precedenti. Sarà una sfida impegnativa rischedulare tutti gli eventi, perché vorremo tutti organizzare qualcosa e vorremo tutti al contempo partecipare ovunque. Sono anche certo che l’isolamento di questi giorni porterà molte nuove persone a voler uscire e frequentare ambienti spensierati, coinvolgenti e divertenti che non siano telematici. Campo in cui il Calcio da Tavolo/Subbuteo è maestro indiscusso da oltre 60 anni.
Lillo: “Purtroppo questo terribile virus ha bloccato giustamente tutte le attività ludiche tra cui il Cdt. Mi auguro di cuore che tra tutti i giocatori subbuteistici, conoscenti e non, non ci siano state perdite di parenti e/o amici a causa del COVID-19. Fosse così, per loro, la ripresa dell’attività agonistica non sarà più la stessa. Sarà più vuota! Per le restanti persone, e spero di non passare per una persona fredda e cinica, dopo i primi 15 minuti di gioco, si ritornerà alla normalità. Giocatori deliziosi con cui confrontarsi e da cui imparare tanto e altri che al primo turno di gioco e al primo gol segnato, che urlano come se avessero vinto la Coppa del Mondo. Non ho mai approvato questo atteggiamento. Lo trovo poco rispettoso, in chi si ha di fronte e delle persone che giocano sui tavoli vicini. Il Subbuteo è un gioco e tale deve rimanere. Un momento di aggregazione e di svago. Ci sono ahimè cose ben più importanti nella vita! Questa pandemia dovrebbe insegnarci qualcosa.
Ringrazio ancora Marco e Lillo che si sono prestati alle mie domande sempre più convinta che siano utili e piacevoli queste mie semplici interviste.
Facciamo un esperimento: chi tra voi lettori e’ capace a mettersi in gioco ed essere intervistato da me per l’articolo della prossima settimana?
Io Vi aspetto
Marina