Chi mi conosce sa perfettamente che questo argomento mi è particolarmente caro e sa anche che riuscire ad essere imparziale, in questo caso, mi risulterà tremendamente difficile.
Anni passati a seguire gli under cremonesi. Sia in allenamento che nelle trasferte. Per tre volte anche ai Campionati Italiani rinunciando a giocare, da qualificato, al torneo cadetti. Anni a chiedere a chi un settore giovanile l’aveva già ed anche discretamente consolidato, consigli, suggerimenti per poter migliorare. Conoscenze che si sono rivelate decisamente utili e che hanno contribuito a far sì che si potesse creare un gruppo importante.
Sono arrivati anche i riconoscimenti a squadre. Un secondo posto nel periodo in cui si giocava con squadre “tre contro tre” ed un terzo posto nel campionato “quattro contro quattro”, composto da dieci squadre.
Poi i titoli mondiali nelle giovanili a squadre, il titolo italiano femminile ed anche il mio inserimento nella commissione giovanile.
Una bella occasione. La possibilità di poter influire nelle scelte nazionali. Tanta voglia di fare, ma anche confronti accesi, discussioni. Siamo tante teste e abbiamo diversi modi di vedere le cose. Mail, messaggi, telefonate.
Ne ricordo alcune molto bene. Una con il presidente della Fisct dell’epoca dove immaginavo uno scenario impensabile… forse. Un torneo dedicato interamente agli under che non si intrecciava con i tornei degli adulti. Totalmente spesato e molto meno difficile di quello che sembra.
Un’altra volta una telefonata fatta per spiegare, in modo anche concitato, che togliere risorse agli under era totalmente sbagliato. Quindi le dimissioni dalla commissione giovanile, perché ritenevo più importanti gli under rispetto alla politica.
Ho sempre continuato però a seguire alcuni di loro, a parte i cremonesi, ed a seguire le Lady, spesso relegate ai margini dei tornei.
Uno dei problemi più grossi che ho riscontrato negli anni, è proprio la totale mancanza di interesse sia per gli under che per le Lady senza riuscire a far capire che entrambi sono importanti per lo sviluppo del nostro micro mondo.
Servono idee serie ed investimenti concreti, magari ribaltando completamente il modo di vedere le cose. Serve di avere un minimo di interesse verso le uniche categorie che possono tenere in vita questo giochino. Vanno coccolati, messi al centro di un progetto serio e finalizzato.
Ci vuole poi che si dia importanza a chi con gli under ci lavora. Non si possono pescare dei capitani o selezionatori da chi, non necessariamente per colpa, nulla conosce degli under o delle Ladies ed ha l’unico merito di essere presente come accompagnatore alle competizioni.
Serve nuova linfa ma serve anche competenza, servono soldi, serve di dimenticarsi di spendere denaro per cose non importanti. Non servono decine di migliaia di euro per organizzare eventi planetari. Ne basterebbero alcune migliaia per un evento che coinvolga centinaia di under.
E non molto servirebbe per sviluppare la categoria Lady, è solo un problema di scelte. Fare una cosa o farne un’altra? Come spendere il denaro in cassa? E con quali risultati? Domande impegnative…
Non sappiamo, ad oggi, cosa succederà. Andreotti diceva che “a pensar male si fa peccato ma spesso…”. Staremo a vedere.
Di certo sarà opportuno tenere alta l’attenzione. Così… giusto per…