Ogni tanto mi viene in mente questo dilemma (che di amletico ha poco, ma potrebbe essere assimilabile agli occhi del subbuteista): a cosa giochiamo noi?
Quando chiedi ad un giocatore, sia esso agonista che amatore, la risposta è sempre uguale: “A Subbuteo!”. Ma davvero giochiamo a subbuteo? Legalmente ci sono parecchi dubbi sulla denominazione del gioco che pratichiamo, ma in Italia (e solo in Italia) il calciotavolo è conosciuto come “subbuteo”.
C’è un problema, però! Se giochiamo a “subbuteo” perché nessuno usa materiale “Subbuteo©” nelle competizioni nazionali?
Può sembrare una domanda banale, certo, perché per l’agonista che legge la risposta è ovvia: le performance del materiale originale non è comparabile al materiale di produzione industriale, le basi sono specifiche ormai per ogni tipo di specialità (ricordiamo che in Italia si gioca a tante, troppe specialità di subbuteo diverse. Per contare le principali troviamo:
- Calciotavolo (CDT)
- Subbuteo tradizionale
- Subbuteo old
- Calcio miniaturizzato (quest’ultima solo a Roma)
- WASPA ETF (con palla grande)
Insomma già dall’elenco sopra si può intuire che qualcosa non quadra! Giochiamo tutti a subbuteo, forse, ma ognuno con regole e, in molti casi, con materiali diversi. Più di qualcosa non quadra!
In principio era il Subbuteo© dove tutti potevano gareggiare, ma esclusivamente con materiale originale e prodotto dalla fabbrica! In Italia il Subbuteo© era distribuito da Parodi che ne curava l’organizzazione della parte agonistica e grazie al suo impegno ha fatto divenire il calciotavolo in Italia un movimento di appassionati senza eguali nel mondo! Oggi Subbuteo© non è più Parodi che ha sviluppato però un gioco di calciotavolo di successo denominato Zeugo.
La scatola completa Zeugo garantisce un grande divertimento sia per chi già conosce il gioco, sia per chi si approccia per la prima volta!
Ma veniamo al dunque di questo mio lungo preambolo! Il nodo che non riusciamo a sciogliere, noi giocatori agonisti di calciotavolo e subbuteo (da ora calciotavolo e basta, dai!) è quello di non riuscire ad avvicinare ai nostri club sparsi per l’Italia, seppur non tanti, nuovi giocatori o ragazzini che come noi tanti anni fa, si appassionano al calciotavolo!
I motivi possono essere diversi, ma oggi vorrei affrontarne uno, quello che a mio parere è il “peccato originale”.
Quando abbiamo gridato all’indipendenza sciogliendo i lacci e lacciuoli che legavano il movimento agonistico al Subbuteo©, non abbiamo considerato che oltre alla libertà di giocare ci veniva consegnato anche l’onere di fare pubblicità, sviluppo, organizzazione e aprire club.
Il periodo era florido, molto florido, e c’erano tantissimi giocatori e club. L’importante era giocare, giocare e giocare (anche oggi, ma è un’altra storia) e della programmazione si parlava solo ed esclusivamente per tutto quanto era inerente all’ambito sportivo (campionati, coppe, tornei, ecc.).
Con il passare del tempo, l’invecchiamento dei giocatori e sempre meno ricambio di giocatori con giocatori più giovani, ha portato ad un rapido decremento di praticanti. La suddivisione, poi, del movimento nazionale in due macro correnti, ha acuito ancora di più il problema.
Ma la madre dei problemi era (ed è) che mamma Subbuteo© non c’era più, non faceva pubblicità sui giornali se non dedicata alla vendita dei prodotti, non organizzava attività agonistica, non promuoveva l’apertura di club e non aiutava più economicamente chi sul territorio faceva funzionare la macchina del gioco. Chi voleva aprire un club si arrangiava e molti si allontanavano ancora prima di iniziare qualsiasi attività agonistica organizzata.
Ricordo perfettamente quando io ed un mio fraterno amico, Carlo Ciraolo, circa 30 anni fa inviammo per posta un form compilato, trovato su un giornale (Guerin Sportivo o Topolino) e dopo poche settimane, per posta, ci arrivò un biglietto scritto a mano (che ancora conservo) dove ci veniva indicato il nominativo di una persona ed un numero di telefono da contattare.
Fu quel form che ci diede la possibilità di far nascere il Subbuteo Club Stradivari di Cremona che ancora oggi è attivissimo sul territorio e partecipa attivamente sia all’attività agonistica nazionale e che si dedica allo sviluppo del club con l’obiettivo di trovare nuovi giocatori.
Chissà quanti altri come noi!!
Dunque perché non provare a tornare a creare un circuito di giocatori di Subbuteo©? Che cosa comprano i genitori nei negozi di giocattoli per i loro figli? Materiale professionale ed ultraperformante? Certo che no! Acquistano scatole di gioco Subbuteo© o Zeugo!
Resta poi il fatto che se il nostro movimento tornasse a promuovere il Subbuteo© come competizione, magari anche l’attuale distributore potrebbe pensare di iniziare ad investire qualcosa sul movimento nazionale, creando magari inserzioni pubblicitarie dedicate oppure prestando anche solo una persona che rispondesse alle mail di richieste.
Invece noi no! Noi vogliamo che il distributore ci dia una mano, ma al contempo non garantiamo in nessun modo l’utilizzo del materiale che lui distribuisce. Anzi, in taluni masochistici casi, lo vietiamo sui regolamenti di gioco perché non rispettano fantomatiche dimensioni regolamentari inventate da chi ha usufruito del gioco per decenni! Un paradosso che ci trascina ormai da troppo tempo in un vortice che sta distruggendo tutto ciò che è stato costruito in tanti anni!
…Ma d’altra parte, “quando smetterò io gli altri si arrangeranno”…