L’arbitro nel cdt/subbuteo
Mondiali di calcio 2002, Corea del Sud – Italia…vi ricorda qualcosa? L’arbitro ecuadoriano Byron Moreno condizionò fortemente la partita. Se avesse giocato a cdt/subbuteo sarebbe stato anche un giocatore. Vi spiego perché.
Chi fa parte del mondo del cdt e del subbuteo ovviamente lo sa, ma chi è nuovo sicuramente si chiede: ma esiste l’arbitro nel calcio da tavolo/subbuteo?
Ebbene, la risposta non è proprio cosi scontata. Ma facciamo un pò di chiarezza.
Il calcio da tavolo/subbuteo è pur sempre un gioco, oserei direi che rientra nella categoria “giochi da tavolo” e pertanto ha un regolamento scritto che i due giocatori devono rispettare.
Le regole fondamentali e pertanto che possiamo definire “base” sono semplici:
- tocco a punta di dito (ovvero si può colpire la miniatura con un colpo di dito, senza fare classica schicchera
- ogni miniatura può toccare la palla consecutivamente fino ad un massimo di 3 volte
- si può tirare in porta solo se la palla è completamente all’interno dell’aria di tiro
Quando però si parla però di “tornei ufficiali” il discorso è ben più complesso. Innanzitutto, non esiste una classe arbitrale né un designatore ufficiale: nei vari tornei infatti il COL (comitato organizzatore locale) fa le designazioni degli incontri sulla base dei giocatori presenti al torneo ufficiale, facendoli girare in base ai turni di gioco.
Quanto alla regole , oltre a quelle base citate prima, ce ne sono molte e spesso è necessaria addirittura una “casistica” per interpretare determinati episodi che si possono verificare sul panno di gioco.
Se parliamo di calcio da tavolo infatti, la velocità di gioco è spesso più elevata del subbuteo e per tale motivo è molto più difficile arbitrare. Ma cosa deve avere un giocatore per risultare un buon arbitro? Possiamo riassumerlo in 3 requisiti:
– avere una buona memoria fotografica
capita molto spesso infatti che ci siano degli episodi in movimento, e pertanto sia necessario ricordare bene sia la dinamica dell’azione, che il posizionamento delle miniature prima e durante l’episodio, cosa davvero molto difficile
– buona conoscenza del regolamento e delle casistiche
fondamentale conoscere il regolamento e di alcune casistiche (si imparano sul panno col tempo, ma avere lette almeno qualche volta sicuramente può aiutare)
– avere sempre una sua opinione, ma metterla in discussione qualora i giocatori, nel momento di qualche episodio contestati, siano entrambi di diversa opinione.
l’arbitro può sempre sbagliare, non è una macchina. In momento di difficoltà gli unici due individui che possono aiutarlo sono i giocatori. Può capitare che l’arbitro veda un cambio palla, ma che entrambi i giocatori dicano che non c’è . In tal caso, giusto che l’arbitro si fidi di loro.
E adesso qualcuno chiederà: ma c’è il VAR? In un certo senso si. Non è propriamente una verifica video (sarebbe spettacolare ci fosse anche per altri motivi, ma sarebbe fantascienza) , ma nel caso in cui un arbitro si trovi in un episodio di cui non sa quale regola o casistica applicare, può richiedere l’intervento del “capo arbitro” (giocatore che viene anch’esso designato dal COL ) e che all’occasione può intervenire in aiuto dell’arbitro, con la differenza che lui fornirà chiarimento sulla regola e/o casistica, non sulla decisione dell’episodio, che resterà a discrezione dell’arbitro.
In conclusione, non è facile fare l’arbitro, nemmeno nel cdt/subbuteo, ma tranquilli, non potrete mai fare peggio di Byron Moreno 😀