Per un sovranista che ha vissuto la sua infanzia ed è stato educato sul bordo di canali, sotto l’egida di Re e Regine molto più moderati, liberali e soprattutto onesti e laboriosi di tanti paesi democratici e repubblicani, il noto motto di cui in epigrafe ben si adatta all’attuale status del microcosmo del calcio a punta di dita.
Beninteso lungi da me la volontà di ricondurlo alla lettera, “in facto”, alla genesi ed al significato storico-politico di chi, a suo tempo, ne fu proclamatore, divulgatore e obbligò i cittadini ad ottemperarvi. Purtuttavia, per certi versi e in una fattispecie d’oggidì più moderata, fatte salve le dovute proporzioni, credo di poter affermare che si tratti di un diktat ben adattabile al mondo degli omini basculanti e delle basi professionali.
Il senso è certamente diverso, la sostanza no e la storia insegna.
Giustappunto non si tratta di un caso che il nuovo esecutivo (mi piace definirlo così per ricondurlo ad un’accezione moderna, ancorché spesso con uso smodato e abusato del termine), sia capitanato da una persona di grande spessore umano e morale che l’Ordine e la Disciplina li ha applicati alla lettera durante ognidì della sua brillantissima carriera militare.
Non è un caso neppure che i membri del nuovo esecutivo siano ragazzi (per alcuni ne ho contezza e prova provata, per altri vado a fiducia) chi più giovane, chi meno, scortati da principi e valori etico-morali non in discussione.
La fase di abbrivio seguita al loro insediamento rappresenta una significativa conferma degli assunti e delle sensazioni di cui sopra. In un periodo così complesso per il mondo intero, causa una pandemia che ha sconvolto e modificato la vita di tutti noi, le tante attività già avviate e/o in alcuni casi già poste in essere sono un ottimo viatico e un punto di partenza incoraggiante. Tantopiù per il fondamentale approccio basato sul principio ineludibile che non esiste solo il gioco, la componente agonistica, i campionati federali, ecc., ma anche e soprattutto tanto altro che viene prima ed è imprescindibile e non postergabile, né far finta che non esista, per incompetenza e/o superficialità.
Non è possibile, né pensabile, a tal proposito, costruire un castello dal nulla; non si può pensare solo a giocare. Bisogna preliminarmente creare tutto ciò che faccia da preludio ineludibile al gioco e rappresenti una base essenziale e incontestabile perché questo benedetto movimento possa finalmente crescere e acquisire un’immagine e una connotazione ben precise, pur rimanendo nell’ambito dimensionale che gli compete. Ricordo sempre, a beneficio di chi non lo sappia o faccia da decenni finta di non saperlo, che stiamo parlando di un gioco e non di uno sport.
In concreto e senza tanti fronzoli o inutili e dannose chiacchiere sono invero già numerose le attività afferenti le sfere giuridico-legale, normativo, di promozione, di sviluppo dei social, di comunicazione, ecc. (i primi mattoni, i basamenti indispensabili, le pietre fondanti) sin qui poste in essere con impegno, abnegazione ed anche ammirevole competenza dagli ottimi Andrea, Piero, Francesco, Michele e compagnia tutta, sotto la guida e lo sguardo attento e vigile del Capitano, del Comandante, del Generale, chiamatelo come vi pare, la sostanza non cambia (“Ordine e Disciplina”).
E guarda caso, ove si eccettui un verbale dei Probiviri, da tempo atteso e perciò improcrastinabile nella sua diffusione, nulla che abbia a che fare con la sfera agonistica del gioco.
Beninteso, non mi si fraintenda come sono soliti fare quelli che giocano con le parole per portare sempre e comunque acqua al proprio mulino ed avere sempre una risposta tanto pronta quanto scontata e agevolmente smascherabile: qui non vuolsi dire che il gioco è secondario, semplicemente si vuole rimarcare che per arrivare all’obbiettivo finale perseguito e perseguendo dell’attività agonistico-sportiva, serve che i motori siano costruiti, pronti e rodati e che meccanismo e movimento fondino su basi solide e complete, e non più sull’approssimazione alla “viva il Parroco”, “sul facciamo poi vediamo che succede”, “sul decidiamo in qualche modo non potendo accontentare tutti”, dei modi operandi, ahimè, anche questi tipici del paese italico.
E allora tanto di cappello al nuovo esecutivo, nella certezza che oltre a “fare”, si rendano scevri da tutto e tutti pur nel rispetto e nell’ascolto indispensabili per una Associazione madre che ha in seno circa cento associazioni figlie.
E, nondimeno, che mostrino concretamente e finalmente idiosincrasia assoluta, riluttanza e completa indifferenza nei confronti di chicchessia intendesse ficcare il naso o condizionare l’operato a proprio uso e consumo.
In estrema ratio credo che tre debbano essere tre gli elementi critici di successo del nuovo esecutivo:
- Rendersi del tutto “super partes”;
- Predisporsi all’ascolto ma non farsi condizionare da nessuno, ricordandosi che il microcosmo del Subbuteo/Cdt è costituito da mere associazioni e non ha nulla a che fare con una federazione come qualcuno una ventina di anni fa o forse più ebbe la pessima idea di fondarla e denominarla come tale. Un po’ come chiamare cipolle i cavolfiori o definire Spa (Società per Azioni) un Consorzio o una Rete d’Imprese. Ma ciò sarà oggetto di un mio prossimo articolo esclusivamente dedicato alla materia, diversamente finirei anch’io col mischiare, in questa sede, cipolle e cavolfiori;
- Agire esclusivamente per il bene della comunità, con impegno, dedizione e onestà comportamentale e decisionale.
In un concetto: ORDINE E DISCIPLINA e sono sicuro che questa sarà la volta buona.
Dott. Prof. Rosario Ifrigerio