“Risus abundat in ore stultorum”: recita così un antico ma sempre attuale detto latino. Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, degli sciocchi.
Lo spunto di riflessione è frutto giustappunto dalla conoscenza e del manifestarsi frequente di una pletora di subbuteisti (per semplicità chiamerò con questo nome sia i calciotavolisti sia gli stessi amanti del subbuteo tradizionale) che non perdono occasione, attraverso il loro stupido riso, la loro inarrivabile pochezza, l’assoluta vacuità e il becero infantilismo che caratterizzano i comportamenti da costoro spesso e volentieri posti in essere in periodo di pandemia. Comportamenti sovente esternati attraverso il ricorso all’uso dello strumento virtuale, delle puntuali risposte mediante emoticon giganti, non di rado ricorrendo a commenti sgradevoli e fuori luogo, non richiesti né dovuti rispetto alla trattazione di argomenti, di articoli, di post che riguardano il nostro microcosmo.
Con questo loro poco edificabile manifestarsi, degno del peggior disprezzo o forse meglio ancora della più assoluta mancanza di contenuti, non fanno altro che confermare i suesposti assunti e i convincimenti di chi scrive.
“Excusatio non petita, accusatio manifesta” solevano, altresì, dire i latini.
Tutto questo è ineludibilmente sintomatico di mediocrità, di mancanza di rispetto verso il prossimo ma prima ancora verso se stessi. Ma evidentemente similari comportamenti sono emblematicamente sintomatici di una totale inesistenza di contenuti e di sostanza come sopra argomentato.
È un subbuteista mediocre chi non si manifesta e preferisce sempre, per codarda autodifesa, nascondersi nelle zone d’ombre di un conservatorismo oramai desueto, passato e trapassato, volto a difendere l’indifendibile e ad attaccare l’inattaccabile.
È un subbuteista mediocre chi, quando parla, non ti guarda mai negli occhi e, rivoltando nervosamente le mani sudaticce l’una sull’altra, ti pianta in asso perché non ha più nulla da dire dal momento che sin dall’inizio non aveva nulla da dire.
È un subbuteista mediocre il superbo, quello dal sorrisino stucchevole e stupidamente ironico il quale, obnubilato dalle irreali certezze della sua presunzione, non sa distinguere il vero dal falso, anzi tende a spacciare per false le verità del microcosmo che si è ad arte costruito per una esistenza che egli ritiene soddisfacente se non vincente ma che in realtà è finta, alienata ed alienante, frustrata e frustrante.
Ma la quintessenza del subbuteista mediocre risiede nella circostanza che egli è il peggior conservatorista, retrivo apriorista ancorato ad un passato che non esiste più, riluttante senza motivi alla crescita del movimento, terrorizzato quasi come se qualcuno gli stesse portando via il giochino.
Costui è un mediocre conservatorista in quanto lo spaventa ogni qualsivoglia novità non essendo attrezzato ad affrontarla, poiché altre non è in grado di conquistarle; è talmente disonesto con sé e con gli altri da non voler ammettere che il suo tempo è ormai passato e, dunque, che vi è necessità di dare spazio a chi ha più propellente nel corpo e nell’anima.
Beninteso i destinatari di questa disamina tanto filippica quanto impietosa non sono i nostri straordinari top player un po’ avanti con gli anni ma sempre giovani dentro, coloro che hanno vinto tutto, quelli che non hanno bisogno di rendersi mediocri, né mai lo si sono resi, né tantomeno giammai lo hanno manifestato o dimostrato.
Alcuni tra costoro, tuttalpiù, ostentano e rimarcano a piè sospinto e ad ogni occasione i loro successi, i loro eroici traguardi raggiunti nel corso degli anni ed è giusto così. Ad essi devesi solo il nostro grazie, la nostra riconoscenza, la nostra ammirazione per le loro mirabilie sul panno verde.
Non sono loro i subbuteisti e conservatoristi mediocri, tutt’altro: loro sono i nostri miti, i nostri eroi, coloro che hanno reso famoso il Subbuteo prima e il Calciotavolo dopo nel mondo, vincendo tutto quello che c’era da vincere.
Di converso lo sono perlopiù quelli scarsi, anzi scarsissimi, appartenenti alla generazione di un dì che fu (non so se costoro facciano da contraltare ai succitati campioni, ovvero se il loro tanto stupido quanto infantile comportamento sia un modo per mettersi comunque in evidenza, da 20, forse 30 anni a questa parte nell’unico modo possibile, quello della lingua, delle chiacchiere e delle sterili polemiche per ogni cosa).
Insomma sto parlando delle cosiddette vecchie glorie che ultimi sul campo sono i primi sui social, sul forum, ovunque sia possibile postare un emoticon gigantesco che ride, un commento stucchevole e indecoroso senza che sia stato loro richiesto, un like con il pollice in su e via discorrendo. Una sorta di partito politico del nulla (per fortuna sempre più decadente e in via d’estinzione).
E per proseguire sulla scia di un pindarico parallelismo politico mi sembra quasi di intravvedere in loro quelle radici, quei comportamenti e persino quei tratti somatici tipici del comunismo d’un tempo che da decenni non esiste più. E chissà che veramente non sia così.
Me ne rendo conto: sarebbe splendido vedere questi mediocri subbuteisti conservatoristi mettersi da parte. Poiché ove permanessero e persistessero nella sfera del cimento politico prima o poi – esausti ed esautorati dalla stragrande maggioranza del movimento che rema tutta insieme nella stessa direzione orientata da un nuovo ottimo Esecutivo che tanto bene sta facendo – finiranno col farlo egualmente e perdipiù da soli.
30.03.2021
Dott. Prof. Rosario Ifrigerio