Ipswich e Norwich, due squadre per due città nell’est della terra d’Albione, il tutto condensato in una parola, Old Farm, e in un motto “East Anglian derby is for the pride of Anglia”. In questo semplice modo di dire c’è tutta la rivalità che contempla le storie di Ipswich e Norwich, le due compagini che da anni danno vita ad un derby dai tratti quasi tribali. Lo scontro ha una ben precisa collocazione geografica, tra le contee del Norfolk e del Suffolk dove l’anima contadina riveste un ruolo ben preciso e il popolo dai tratti burberi, ma sempre molto ospitale con i forestieri (purché non siano simpatizzanti della squadra sbagliata), riesce a litigare anche per la qualità dei prodotti della terra. Sono solo 43 le miglia che separano le due città, unite però da sentimenti di rancore e gelosia che datano da secoli e che sfociano, calcisticamente nell’ “Old Farm” Derby dove il “Farm” (fattoria) parafrasa il ben più noto “Firm” di scozzese memoria.
In realtà, i più estremisti arrivano persino a dire che la rivalità che caratterizza Canaries (sponda Norwich) e Tractor Boys (sponda Ipswich) non ha nulla da invidiare a quella che origina nel cuore di Glasgow. La storia ci dice che il derby ha vissuto di alti e bassi per entrambi i club e se, ad esempio, gli anni ’80 sono stati testimoni dell’indubbia supremazia dei blu di Ipswich, gli ultimi 30 anni sono stati decisamente a favore dei gialloverdi di Norwich.
Se facciamo un salto indietro nel tempo, e più precisamente verso la metà del secolo scorso, Ipswich Town era sinonimo di un club che aveva travalicato i confini dell’East Anglia in quanto campioni di First Division nel 1962, vincitori dell’FA Cup del 1978 e, soprattutto vincitori della Coppa UEFA nella stagione 1980/81, il tutto sotto la guida di due santoni della panchina quali Alf Ramsey (campione del mondo con la nazionale inglese nel 1966) e Sir Bobby Robson.
In tempi più recenti, invece, l’ago della bilancia è tornato a guardare con maggiore favore i rivali gialloverdi a partire dal terzo posto in campionato della stagione 1992/93, miglior piazzamento di sempre nella storia dei canarini, e dalle due semifinali di Championship 2015, vinte dal Norwich contro l’Ipswich, prologo della vittoria definitiva nella finale di Wembley contro il Middlesborough con relativa promozione in Premier League. Indubbiamente, però, la storia dei due club non può essere confinata agli incontri dell’Old Farm in quanto, cari lettori, c’è molto di più: una storia tutta da scoprire…
IPSWICH TOWN
Il club della contea del Soffolk, fondato nel 1878 e diventato professionista fino nel 1936, fa parte della Football League dal 1938 e ha vinto il suo unico campionato nel 1961-62, arrivando secondo nel 1980-81 e 1981-82 ed arricchendo il suo palmares con la FA Cup della stagione 1977-78 e la Coppa UEFA 1980-81.
Il club fu fondato il 16 ottobre 1878 come squadra amatoriale conosciuta come Ipswich A.F.C., sotto la presidenza del deputato locale Thomas Cobbold che aveva giocato a calcio alla Charterhouse School. La prima partita dell’Ipswich A.F.C. (vittoria per 6-1 in casa sullo Stoke Wanderers sul campo di Broom Hill, terreno di gioco antenato dell’attuale Portman Road) si disputò il 2 novembre 1878. Il club vinse il suo primo trofeo nella stagione 1886-87, trionfando per 2-1 contro una squadra che rappresentava l’Ipswich School nella finale della Suffolk Challenge Cup. Nel 1888 il club si fuse con l’Ipswich Rugby Club per formare l’Ipswich Town F.C. e, nel 1890, il club entrò per la prima volta nei turni di qualificazione della FA Cup venendo eliminato nel turno finale di qualificazione dall’ Highlanders. Lo scoppio della Prima guerra mondiale e la requisizione di Portman Road da parte dell’esercito anticiparono la chiusura della stagione 1914-15. Riprese le competizioni nella stagione 2020/21, appena un anno dopo, l’Ipswich Town divenne campione della Southern Amateur League, conquistando il titolo all’ultima giornata della stagione, vittoria replicata altre tre volte, nel 1929-30, 1932-33 e 1933-34, prima di diventare membri fondatori della Eastern Counties Football League alla fine della stagione 1934-35.
Nel 1936, l’uomo d’affari Leonard P. Thompson minacciò di guidare una fuga dal club amatoriale per creare un club professionistico completamente separato, l’Ipswich United. John Murray Cobbold, il presidente del club, convocò le fazioni rivali per una riunione presso il Municipio il 1º maggio 1936, in cui fu concordato che l’Ipswich Town dovesse diventare professionista. Il club fu eletto all’unanimità nella Southern League per la stagione 1936-37 e l’ex calciatore internazionale irlandese Mick O’Brien fu nominato primo manager professionista del club
La prima partita da club professionista fu giocata e vinta per 4 – 1 a Portman Road contro i Tunbridge Wells Rangers, prologo di una stagione che si concluse con la vittoria in Southern League nella stagione di debutto. O’Brien lasciò dopo una sola stagione in seguito alla morte della moglie, lasciando l’Ipswich Town senza manager fino al 10 novembre 1936 quando fu nominato Scott Duncan, il quale condusse l’Ipswich al terzo posto in campionato nella stagione 1937-38.
L’Ipswich Town F.C. fu accolto in Football League il 30 maggio 1938 con un margine di soli due voti, a spese del Gillingham F.C, ed iniziò a giocare in Division Three (South). L’ultima partita ufficiale del club prima che il campionato fosse sospeso a causa della Seconda guerra mondiale terminò con un pareggio per 1-1 proprio contro gli acerrimi rivali del Norwich City. Sia John Murray Cobbold che il direttore Robert Nevill Cobbold furono uccisi durante la guerra con quest’ultimo sostituito da John Cavendish Cobbold nel 1948.
Nei primi anni Cinquanta l’icona dei Tractor Boys fu rappresentata dall’attaccante Tom Garneys, capocannoniere del club per quattro stagioni di fila, il quale divenne il primo giocatore professionista dell’Ipswich a segnare quattro volte in una partita. Durante questo periodo l’Ipswich vinse il titolo e la promozione in Second Division nella stagione 1953-54, durante la quale si registrarono otto vittorie consecutive. Il club fu retrocesso nuovamente in Division Three (South) l’anno successivo al termine di una stagione mediocre, il cui apice fu la qualificazione al quinto turno della FA Cup. Al termine di quella stagione arrivò, in qualità di Manager Alf Ramsey, novizio della panchina ma campione del mondo con la nazionale inglese nel 1966.
La nomina di Alf Ramsey portò Billy Wright a commentare: “Nel nominare Alf come loro manager l’Ipswich Town ha pagato un enorme tributo al calcio intelligente – e ai calciatori che pensano!”. Nella prima stagione di Ramsey al club, l’Ipswich segnò 106 gol in 46 partite e finì terzo nella Division Three (South), mentre in quella successiva, 1956-57, il club vinse il titolo della Division Three (South) per la seconda volta e vide sorgere la stella dell’attaccante locale Ted Phillips che segnò 46 volte durante la stagione, record tuttora imbattuto. Alla fine di quella stagione John Cavendish Cobbold fu nominato presidente del club. Seguirono tre stagioni di piazzamenti a metà classifica mentre l’Ipswich si affermava in Division Two, contestualmente a buone prestazioni in FA Cup, con la ciliegina della qualificazione al quinto turno nella stagione 1958-59.
Finalmente, nella stagione 1960/61, l’Ipswich Town raggiunse il successo nel campionato di Second Division, davanti a Sheffield Utd e Liverpool e, da neopromosso, si aggiudicò il titolo di campione d’Inghilterra l’anno successivo, grazie soprattutto alla vena prolifica di Ray Crawford capocannoniere a Derek Kevan del West Bromwich Albion. Non poteva esserci migliore gratificazione se non quella ricevuta da Matt Busby, il quale descrisse i vincitori del titolo come “… una delle squadre più attraenti della First Division …”. Nella stagione successiva il club partecipò per la prima volta ad una competizione europea, la Coppa dei Campioni, venendone esclusa al secondo turno ad opera del Milan. Ramsey lasciò il club nell’aprile 1963 per assumere la guida della nazionale inglese di calcio, ma questo non gli impedì di ricevere il meritato tributo sotto forma della realizzazione di una statua dedicata ed inaugurata fuori da Portman Road nel 2000 da Ray Crawford (Fig. 1).
Ramsey fu sostituito da Jackie Milburn ma solo due anni dopo aver vinto il titolo di campione, l’Ipswich scese in Second Division nel 1963-64, subendo 121 reti in 42 partite di campionato, il più alto numero di marcature mai subite dall’Ipswich in una solo stagione. Milburn lasciò dopo una sola stagione completa e fu sostituito da Bill McGarry all’inizio della stagione 1964-65 ma, per la promozione, si dovette attendere la stagione 1967-68, allorchè la promozione arrivò terminando il campionato di Second Division un solo punto avanti rispetto al Queens Park Rangers. Nel gennaio del 1969. McGarry lasciò per andare a sedersi sulla panchina del Wolverhampton i Wolves, sostituito da Bobby Robson (Fig. 2), il Manager che avrebbe fatto conoscere l’Ipswich ben oltre i confini inglesi.
Le squadre di Robson finirono 18° e 19° nelle sue prime due stagioni all’Ipswich, ma mantenne la squadra nella massima divisione, prima di lanciarsi verso i grandi successi. Robson guidò il club al quarto posto in First Division e al successo nella Texaco Cup, battendo i rivali di sempre del Norwich City per 4-2, nella stagione 1972-73. Il quarto posto finale significò la qualificazione per la Coppa UEFA 1973-74. Nel primo turno, il sorteggio non fu benevolo e l’Ipswich dovette vedersela contro i sei volte campioni d’Europa del Real Madrid. Dopo una vittoria per 1-0 a Portman Road, l’Ipswich aveva bisogno di difendere il suo sottile vantaggio. Il capitano dell’Ipswich Mick Mills dichiarò che “Il Real non è invincibile”: per sua fortuna, il pareggio per 0-0 al Bernabéu assicurò il passaggio shock dell’Ipswich al secondo turno. Il club fu poi eliminato ai quarti di finale ma il quarto posto in campionato permise all’Ipswich di tornare a disputare il torneo nella stagione successiva.
Nella stagione 1974-75 l’Ipswich finì terzo in First Division e fu semifinalista in FA Cup, mentre, per problemi di salute, John Cobbold scambiò i ruoli con il Direttore Generale Patrick Cobbold nel 1976. Nella stagione 1975-76 l’Ipswich finì sesto del campionato ma, nell’ottobre 1976 acquistò Paul Mariner dal Plymouth per la cifra record (per il club) di 220.000 sterline. La squadra sfidò il Liverpool per il titolo della First Division per gran parte della stagione 1976-77, andando in testa nel mese di febbraio con una battendo per 5-0 il Norwich City nel derby dell’East Anglian. Le reti di Mariner portarono il club ad un terzo posto finale, mentre nella stagione successiva, i sette goal in FA Cup portarono l’Ipswich a Wembley quando Roger Osborne segnò la rete decisiva in finale sull’Arsenal per il trionfo dei Tractor Boys. Nel campionato seguente, il club si piazzò al 18° posto, appena tre punti sopra la zona retrocessione, ma raggiunse il terzo turno della Coppa UEFA, dove sconfisse il Barcellona per 3-0 a Portman Road ma vendo eliminato ai calci di rigore nella partita di ritorno. Il successo in FA Cup assicurò alla squadra la qualificazione alla Coppa delle Coppe Europea 1978-79, dove raggiunse i quarti di finale, perdendo nuovamente contro il Barcellona. Nelle due stagioni successive Robson portò al club gli olandesi Arnold Mühren e Frans Thijssen, mentre la squadra raggiunse altri due piazzamenti nelle prime sei posizioni della First Division. Tuttavia, fu la stagione 1980-81 che, nelle parole di Robson, “… contribuì a mettere Ipswich sulle mappe geografiche …”.
Il club si classificò ancora una volta secondo in campionato perdendo in semifinale di FA Cup, ma il vero successo della stagione fu la vittoria in Coppa UEFA. Battendo l’AS Saint-Étienne di Michel Platini per 4-1 allo Stade Geoffroy-Guichard nei quarti di finale ed eliminando, con un punteggio totale di 2 – 0, l’ FC Köln in semifinale, l’Ipswich ottenne il diritto di disputare la finale contro l’AZ 67 Alkmaar. Una vittoria per 3-0 a Portman Road fu seguita da una sconfitta per 4-2 all’Olympic Stadium di Amsterdam, un risultato globale che consentì ai ragazzi di Robson di aggiudicarsi il primo, e finora unico, trofeo internazionale della sua storia (fig. 3).
Era la squadra del baffuto John Wark (Fig. 4) ma anche del roccioso difensore centrale Terry Butcher (fig. 5), di Arnold Muhren e di Paul Mariner, un undici dal grande temperamento ma anche dal grande talento.
L’Ipswich iniziò quindi la campagna di Coppa UEFA 1981-82 da detentore del titolo, ma perse al primo turno contro gli avversari scozzesi dell’Aberdeen, mentre in campionato finì ancora una volta secondo in First Division, questa volta a quattro punti dal Liverpool.
I risultati di Robson sulla panchina del club del Soffolk non sfuggirono a chi di dovere e gli valsero un’offerta della Football Association per diventare l’allenatore della nazionale inglese; dopo aver rifiutato un’offerta di prolungamento decennale del contratto in essere da parte del direttore dell’Ipswich Patrick Cobbold, il 7 luglio 1982, due giorni dopo il ko dell’Inghilterra ai Mondiali 1982, Bobby Robson lasciò l’Ipswich per succedere a Ron Greenwood come allenatore dell’Inghilterra. Nel 2002, in riconoscimento dei risultati di Robson con il club, una sua statua a grandezza naturale fu inaugurata di fronte alla Cobbold Stand a Portman Road e il 7 luglio 2006, Robson fu nominato presidente onorario dell’Ipswich Town Football Club, il primo dopo Lady Blanche Cobbold, deceduta nel 1987.
Bobby Robson fu sostituito all’Ipswich dal suo capo allenatore, Bobby Ferguson sotto la guida del quale, nelle tre stagioni dal 1982-83 al 1984-85, l’Ipswich raggiunse i quarti di finale di FA Cup e la semifinale di League Cup nel 1985, finendo, rispettivamente, 9°, 12° e 17° in campionato. Nella stagione successiva, i risultati in campionato furono ancora più scadenti e il 20° posto finale sancì la retrocessione in Second Division. Dopo essersi posizionato al quinto gradino in Second Division nella stagione 1986-87, non riuscì a superare lo scoglio dei play-off venendo eliminato dal Charlton Athletic, una sconfitta che risultò fatale a Ferguson.
Dal 1987 al 1990, l’Ipswich Town fu gestito da John Duncan, ma ottenne solo piazzamenti da metà classifica ad ogni stagione, una mediocrità che portò al licenziamento di Duncan nel giugno 1990, sostituito da John Lyall, autore del miracolo West Ham Utd (due vittorie di FA Cup e terzo posto in campionato in 14 anni di gestione). Lyall guidò l’Ipswich ad un piazzamento a metà classifica nella stagione 1990-91, ma nella stagione successiva guadagnò la promozione per la neonata FA Premier League.
Dopo un buon inizio di stagione, l’Ipswich era al quarto posto in campionato nel gennaio 1993, ma un calo di forma durante le ultime settimane della stagione vide il club finire 16°, andamento ripetuto in copia carbone nell’annata successiva quando il club evitò la retrocessione solo grazie alla sconfitta dello Sheffield United per 3-2 contro il Chelsea nell’ultima giornata della stagione. Lyall fu licenziato come manager dell’Ipswich nel dicembre 1994 con il club in fondo alla Premiership mail suo successore George Burley non fu in grado di ribaltare la situazione, macchiando la stagione con una “umiliante” sconfitta per 9-0 a Manchester all’inizio di marzo. La retrocessione fu ufficiale poco dopo e l’Ipswich terminò la stagione avendo subito 93 gol in 42 partite di campionato. Le quattro stagioni successive furono caratterizzate da una serie di sconfitte in grado di compromettere, prima o poi, la promozione in Premier. Nel 2000, finalmente, l’Ipswich si qualificò per la finale dei play-off di Division One, l’ultima partita della serie al Wembley Stadium prima che lo stadio venisse ristrutturato, e sconfisse il Barnsley per 4-2 assicurandosi il ritorno in Premiership dopo cinque anni di assenza.
L’Ipswich fece un solo ingaggio importante durante la off-season, acquistando Hermann Hreiðarsson dal Wimbledon F.C. per la cifra record di 4 milioni di sterline due giorni prima dell’inizio della stagione ed ebbe ragione degli scettici mantenendosi in posizioni di rilievo in campionato e mancando per un soffio la qualificazione in Champions League, quando non riuscì a vincere all’ultima giornata contro il Derby County. Il quinto posto finale fece guadagnare al club un posto in Coppa UEFA e valse a George Burley il titolo di FA Premier League Manager of the Year, un premio che fino al 2010 era stato assegnato sempre al manager della squadra campione.
Nonostante gli acquisti del portiere Matteo Sereni e dell’ala Finidi George arrivarono prima l’eliminazione in Coppa UEFA ad opera dell’Inter e poi la retrocessione in Championship a seguito della sconfitta maturata, nell’ultima giornata, contro il Liverpool ad Anfield. La perdita di introiti dovuta alla retrocessione in Championship contribuì a far entrare il club in amministrazione finanziaria, con conseguente cessione di pezzi pregiati quali Jamie Clapham, Darren Ambrose, e il capitano Matt Holland. L’Ipswich si consolò con la qualificazione alla Coppa UEFA, attraverso il sistema Fair Play dell’UEFA, perdendo, però, al secondo turno contro la squadra ceca dello Slovan Liberec. Un pessimo inizio di campionato, con il club 19° in classifica a metà ottobre, portò al licenziamento di George Burley dopo quasi otto anni in qualità di Manager.
Dopo il breve passaggio di Tony Mowbray, Joe Royle, fu nominato nuovo Manager dell’Ipswich e riuscì a sfiorare la zona play – off anche se, in quella stagione (2002/03) la notizia migliore fu l’uscita dal periodo di amministrazione controllata. L’Ipswich mancò la promozione diretta nella stagione 2004-05, finendo terzo, a soli due punti dal Wigan Athletic secondo classificato ma, ancora una volta, fu sconfitto contro il West Ham United nelle semifinali dei play off. Al termine di una deludente stagione 2005/2006, Joe Royle si dimise lasciando il posto a Jim Magilton, il quale non riuscì a riportare, però, la squadra in Premier League e fu sostituito, ad Aprile 2009, dall’ex bandiera del Manchester Utd, l’irlandese Roy Keane. Il periodo buio, purtroppo per i Tractors, non diede cenni di cedimento e anche Keane passò senza lasciare traccia. Solo nella stagione 2014/15, sotto la guida di Mick McCarthy, l’Ipswich si assicurò un posto nei play-off dove giocò contro il Norwich City venendone eliminato.
All’inizio della stagione 2018/19 la dirigenza del club nominò Paul Hurst nuovo Manager, annunciando il momento come l’inizio di una nuova era, era che durò meno di cinque mesi visti i “risultati” ottenuti: una vittoria in 14 giornate di campionato e ultimo posto in classifica. L’avvicendamento con Paul Lambert, ex Manager del Norwich, non sortì i risultati sperati e l’Ipswich retrocesse in League One, la terza serie del calcio inglese, per la prima volta dal 1957, divisione dalla quale l’Ipswich non è ancora riuscito a risalire, un’onta per la squadra che fu di Bobby Robson e del cannoniere John Wark
NORWICH CITY
Il Norwich City Football Club (noto anche come The Canaries o The Yellows) rappresenta la città inglese di Norwich, nella contea di Norfolk e disputa i suoi incontri casalinghi a Carrow Road (Fig. 6) facendosi fiero di un’acerrima rivalità con i rivali dell’East Anglian Ipswich Town, contro cui ha disputato 134 incontri dal 1902. La canzone dei tifosi “On the Ball, City” è il più antico canto calcistico del mondo, scritto nel 1890 e cantato ancora oggi. Il Norwich ha vinto la Coppa di Lega inglese per due volte, nel 1962 e nel 1985 ma non ha mai vinto il titolo di campione d’Inghilterra (il miglior piazzamento del club in campionato è stato nel 1992-93, quando è arrivato terzo in Premier League).
Il Norwich City F.C. fu formato a seguito di una riunione al Criterion Cafè di Norwich il 17 giugno 1902 da un gruppo di amici guidati da due ex giocatori del Norwich CEYMS e giocò la sua prima partita ufficiale contro l’Harwich & Parkeston, a Newmarket Road il 6 settembre 1902. Originariamente, il club era soprannominato “The Citizens” e giocava con maglie azzurre e bianche. Il popolare passatempo dell’allevamento dei canarini aveva dato origine al soprannome della squadra di “The Canaries” nel 1905.
Il Norwich giocò per poco più di due stagioni come club amatoriale sotto la Football Association (FA) ma, in seguito ad un’indagine di una commissione d’inchiesta della FA, il club fu informato il 31 Dicembre del 1904 che erano stati considerati un’organizzazione professionale e quindi ineleggibili per competere nel calcio amatoriale.
I funzionari del club, compreso il presidente fondatore Robert Webster, dovevano essere rimossi dall’incarico e il Norwich doveva essere estromesso dal gioco amatoriale alla fine della stagione.La risposta del Board dei “Canarini” fu rapida: in una riunione, appena due giorni dopo, Wilfrid Lawson Burgess divenne il primo presidente del club professionistico e fu deciso di trovare una collocazione nel football professionistico. Il 30 maggio 1905 il Norwich fu ammesso a giocare nella Southern League, al posto del Wellingborough e, grazie anche all’incremento del numero degli spettatori per le partite interne, il Norwich fu costretto a lasciare Newmarket Road e trasferirsi in una cava di gesso in disuso convertita in Rosary Road e che divenne nota come “The Nest”. I lavori al The Nest, che includevano lo smantellamento e lo spostamento delle tribune da Newmarket Road, furono completati in tempo per l’inizio della stagione 1908-09.
Il 10 dicembre 1917, con il calcio sospeso durante la Prima guerra mondiale e il club alle prese con debiti in aumento, il City andò in liquidazione volontaria e fu ufficialmente rifondato il 15 febbraio 1919; una figura chiave negli eventi fu un certo signor Watling, padre del futuro presidente del club, Geoffrey Watling. Nel maggio 1920, la Football League formò una Third Division, alla quale il Norwich fu ammesso per la stagione successiva. La loro prima partita di campionato, contro il Plymouth, il 28 agosto 1920, terminò con un pareggio per 1-1, simbolo di una mediocrità di risultati che durò per tutto il primo decennio di permanenza in Third Division. Fu durante questo periodo che i giocatori iniziarono ad esibire l’emblema di un canarino sulle loro maglie, una variante del quale viene tuttora utilizzata
Gli anni’30 iniziarono con un disastro con la squadra in fondo alla classifica nel 1931, anche se il resto del decennio si rivelò più gratificante con la promozione in Second Division nella stagione 1933-34 sotto la gestione di Tom Parker.
Con l’incremento degli spettatori e la Football Association che sollevava preoccupazioni sull’idoneità del The Nest, il club prese in considerazione la ristrutturazione dell’impianto originario ma, alla fine, decise per un trasferimento a Carrow Road. Lo stadio originale era a terrazze su tre lati, con una sola tribuna (lungo Carrow Road) con panchine in legno e un tetto. La costruzione durò 82 giorni e la partita inaugurale nel nuovo stadio, tenutasi il 31 agosto 1935, contro il West Ham United, si concluse con una vittoria per 4-3 per la squadra di casa con l’aggiunta di un nuovo record di spettatori pari a29.779 unità. Un momento particolarmente solenne della quarta stagione a Carrow Road fu la visita di Re Giorgio VI il 29 ottobre 1938, la prima volta in cui un monarca regnante assistette ad una partita di calcio di seconda categoria. Il club fu retrocesso di nuovo in Third Division alla fine della stagione e, nella stagione successiva, il campionato fu sospeso (fino alla stagione 1946/47) per lo scoppio della Seconda guerra mondiale, e il gioco professionistico non riprese fino alla stagione 1946-47. Le prestazioni poco brillanti non scoraggiarono le folle e, nel 1948, Carrow Road attirò il suo record di presenze: 37.863 spettatori guardarono il City giocare contro il Notts County anche se il club mancò di poco la promozione sotto la guida del manager Norman Low nei primi anni Cinquanta. Con debiti che ammontavano a più di 20.000 sterline, il club fu salvato dalla formazione di un nuovo consiglio di amministrazione, presieduto da Geoffrey Watling e dalla creazione di un fondo di salvaguardia presieduto dal sindaco di Norwich, Arthur South, che raccolse più di 20.000 sterline. Per questi e per altri servizi resi al club, entrambi (ora deceduti) furono in seguito onorati con tribune a loro intitolate nell’impianto di Carrow Road.
Archie Macaulay divenne manager quando il club fu riformato e supervisionò uno dei più grandi successi del club, la sua corsa alla semifinale della FA Cup 1958-59. Competendo come una squadra di Third Division, il Norwich sconfisse due avversari di First Division lungo la strada, con la chicca di una vittoria per 3-0 contro i “Busby Babes” del Manchester United. Il City perse la semifinale solo dopo un replay contro un’altra squadra di First Division, il Luton Town ma quella squadra è oggi ben rappresentata nella Hall of Fame del club. Il Norwich fu la terza squadra di Third Division a raggiungere la semifinale di FA Cup e, nella stagione 1959-60, fu promosso in Second Division dopo essere arrivato secondo alle spalle del Southampton, e raggiungendo un quarto posto nella stagione 1960-61. Dal 1960, il Norwich trascorse le successive 12 stagioni in seconda divisione, con i migliori piazzamenti nel 1961 (quarti) e nel 1965 (sesti).
Nel 1962, Ron Ashman guidò il Norwich al loro primo trofeo, sconfiggendo il Rochdale con un punteggio totale di 4-0 nella finale di Coppa di Lega (Fig. 7), un traguardo di primaria importanza fino alla storica promozione in First Division al termine della stagione 1971/72 quando vinse il campionato di seconda divisione sotto la guida del Manager Ron Saunders. Il 1973 vide la prima apparizione del Norwich per una nuova finale di Coppa di Lega, stavolta con esito infausto alla luce della sconfitta per 1 – 0 contro il Tottenham Hotspur.
Il Norwich fece la sua prima apparizione allo stadio di Wembley nel 1973, perdendo la finale di Coppa di Lega per 1-0 contro il Tottenham Hotspur. La retrocessione in Second Division nel 1974 portò alle dimissioni di Saunders e alla nomina di John Bond, il quale visse una prima stagione di grande successo con la promozione in First Division e un’altra visita a Wembley, di nuovo in finale di Coppa di Lega, ma anche questa volta il Norwich tornò a casa sconfitto per 1-0 dall’Aston Villa. I “canarini” riuscirono a resistere nella massima serie del calcio inglese per altre sei stagioni con il migliore risultato rappresentato da un decimo posto nella stagione 1975-76, all’epoca il loro più alto risultato di sempre. Nel mentre, durante il mandato di Bond, fu costruita una nuova tribuna, la River End,a Carrow Road.
Bond si dimise durante la stagione 1980-81 e il club andò incontro alla retrocessione in seconda divisione, ma il terzo posto della stagione successiva ricondusse subito il Norwich nell’elite del calcio inglese. Una stagione particolare fu quella 1984/85 quando un incendio distrusse il vecchio Main Stand anche se, sul campo, sotto la gestione di Ken Brown, il Norwich raggiunse la finale della Milk Cup (la Coppa di Lega) al Wembley Stadium dopo aver eliminato l’Ipswich Town in semifinale. In finale, la vittoria contro il Sunderland per 1-0 valse la seconda League Cup della storia, ma in campionato sia il Norwich che il Sunderland furono retrocessi in Second Division.
Purtroppo, il bando dalle competizioni europee deciso dalla UEFA in seguito agli incidenti occorsi in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus allo stadio Heysel, impedì al Norwich di misurarsi in Coppa UEFA. Dopo aver assorbito il colpo della mancata partecipazione alle coppe, il City disputò un grande campionato di seconda divisione nella stagione 1985/86 ottenendo un immediato ritorno nella massima serie. In quello stesso periodo, oltre a mantenersi in First Division, il Norwich raggiunse le semifinali di FA Cup nel 1989 e nel 1992.
Nel 1992-93 (Fig. 8), la stagione inaugurale della Premier League inglese, il Norwich City guidò il campionato per gran parte della stagione (iniziando, tra l’altro, con una vittoria per 4 – 2 contro l’Arsenal), prima di cedere nelle ultime giornate e finire terzo dietro i campioni del Manchester United, e all’Aston Villa.
Era la squadra della coppia goal costituita da Mark Robins e Chris Sutton (Fig. 9) ma anche di Efan Ekoku, del capitano Butterworth e del portiere scozzese Gunn (Fig. 10)
La stagione successiva il Norwich giocò per la prima volta in Coppa UEFA, sconfiggendo il Vitesse Arnhem per 3-0 al primo turno e, soprattutto, il plurititolato Bayern Monaco grazie anche alla vittoria per 2-1 all’Olympiastadion di Monaco di Baviera, partita che valse un posto nella storia, come unica squadra inglese a battere il Bayern Monaco nel proprio stadio. The Independent descrisse la vittoria di Monaco come “l’apice della storia del Norwich City”. Riflettendo sul risultato shock, Four Four Two scrisse “La notizia che il Norwich era andato in vantaggio per 2-0 all’Olympiastadion sembrava francamente surreale”. La corsa in coppa del Norwich fu interrotta dall’Inter ma il successo del Manager Mike Walker attirò l’attenzione dei grandi club e, nel gennaio 1994, lasciò Carrow Road per andare ad allenare a Liverpool, sponda Everton. Il sostituto di Walker fu l’allenatore della prima squadra John Deehan, assistito da Gary Megson, allora ancora giocatore; Deehan condusse il club al 12º posto nella stagione 1993-94 in Premier League.
Durante la stagione 1994/95, il club vendette il ventunenne attaccante Chris Sutton al Blackburn Rovers per una cifra allora record inglese di 5 milioni di sterline. A Natale 1994, il Norwich City era settimo in Premiership, in piena corsa per un ritorno in Coppa UEFA ma, in seguito ad un grave infortunio occorso al portiere Bryan Gunn, il rendimento del club precipitò: con una sola vittoria nelle ultime 20 partite di Premiership, il Norwich precipitò al 20º posto e retrocesse in seconda divisione. Deehan si dimise poco prima che la retrocessione fosse confermata e il suo vice, Megson, assunse il ruolo di manager temporaneo fino alla fine della stagione. Martin O’Neill, che aveva portato il Wycombe Wanderers dalla Conference alla Second Division, fu nominato manager del Norwich City a metà 1995 ma restò in carica solo sei mesi prima di dimettersi dopo uno scontro piuttosto duro con il presidente Robert Chase in merito al rifiuto dello stesso Chase di permettere a O’Neill di spendere cifre di denaro significative per rafforzare la squadra. Poco dopo le dimissioni di O’Neill, Chase si dimise dopo le proteste dei tifosi, che si lamentavano del fatto che continuasse a vendere i migliori giocatori del club e che fosse da biasimare per la retrocessione.Tra il 1992 e il gennaio 1995, infatti, il Norwich si era liberato di diversi giocatori chiave in attacco: Robert Fleck, Ruel Fox, Chris Sutton, Efan Ekoku e Mark Robins.
Quasi 40 anni dopo essere stato determinante nel salvare il club dal fallimento, Geoffrey Watling acquistò la quota di maggioranza di Chase, mentre Gary Megson fu nominato manager del Norwich a titolo temporaneo per la seconda volta in otto mesi. Megson rimase in carica fino alla fine della stagione prima di lasciare il club. Appena quattro stagioni dopo essere arrivato terzo in Premiership e aver battuto il Bayern Monaco in Coppa UEFA, il Norwich era arrivato 16° in Division One.
La cuoca televisiva inglese Delia Smith e suo marito Michael Wynn-Jones rilevarono la maggioranza delle azioni del Norwich City da Watling nel 1996, mentre Mike Walker fu riconfermato manager del club anche se non fu in grado di ripetere il successo ottenuto durante il suo primo incarico e fu licenziato due stagioni dopo con il Norwich a metà classifica in First Division. Il suo successore Bruce Rioch durò due stagioni e lasciò a metà anno 2000, con la promozione ancora da raggiungere.
Il successore di Rioch, Bryan Hamilton, durò sei mesi prima di dimettersi con il club 20° in First Division, e in reale pericolo di retrocessione nella terza serie del calcio inglese per la prima volta dagli anni ’60. Il nuovo incaricato fu Nigel Worthington, ex assistente manager di Hamilton, che riuscì a salvare il Norwich dalla retrocessione mentre, nella stagione successiva, il Norwich superò le aspettative e raggiunse la finale dei play-off del 2002, perdendo ai rigori contro il Birmingham City.
Dopo una stagione di consolidamento, nel 2003-04 Worthington guidò il club al titolo della First Division, un successo ottenuto con un margine di otto punti e il Norwich tornò nella massima serie per la prima volta in nove anni. Per gran parte della stagione 2004-05, il club lottò duramente nei bassifondi della Premiership, fino a collezionare 13 punti su 18 nelle battute finali. L’ultima giornata della stagione, il club aveva bisogno di una vittoria per assicurarsi la permanenza in Premier League ma una sconfitta per 6-0 in trasferta contro il Fulham li condannò alla retrocessione.
Il club si aspettava un rapido ritorno in Premiership nella stagione 2005-06, ma un terribile primo quadrimestre vide il City scendere fino al 18º posto in Championship e i tifosi iniziarono a rivoltarsi contro Nigel Worthington. Dean Ashton fu venduto per la cifra record del club di 7 milioni di sterline, circa il doppio di quanto pagato appena un anno prima e la metà di quella cifra fu immediatamente reinvestita nell’acquisto dell’attaccante gallese Robert Earnshaw, il quale aiutò, con le sue reti, i Canaries a risalire fino al nono posto finale. Nella stagione seguente, Worthington fu licenziato con il Norwich nei quartieri medio – bassi della classifica e sostituito dall’ ex giocatore Peter Grant, il quale riuscì a sollevare la squadra e a terminare al 16° posto in campionato.
Nella sua prima stagione condotta sin dall’inizio, Grant portò nove giocatori, mentre altri dieci, tra cui Earnshaw, partirono con un saldo acquisti/cessioni davvero pessimo in termini di tasso tecnico. Quando la stagione 2007-08 si aprì con solo due vittorie del Norwich all’inizio di ottobre, Grant lasciò il club per “mutuo consenso”, sostituito da Glenn Roeder, ex Newcastle. Roeder lasciò liberi diversi giocatori, sostituendoli in gran parte con prestiti di elementi senza esperienza ma i risultati migliorarono in maniera considerevole tant’è che il club raggiunse una comoda posizione di metà classifica.
Come successo sin troppo spesso negli ultimi anni, anche in seguito ad un pessimo avvio della stagione 2008-09, Roeder fu licenziato nel gennaio 2009. La nomina a Manager del “leggendario ex portiere” del club, Bryan Gunn, non impedì la retrocessione in League One, un livello in cui il club non giocava dal 1960.Il Norwich iniziò la sua nuova avventura in League One ospitando i “vicini” dell’East Anglians Colchester United. Ci si aspettava una passeggiata salutare ma arrivò un’incredibile sconfitta per 1-7, la peggiore sconfitta casalinga nei loro 107 anni di storia. Gunn fu licenziato sei giorni dopo e il club si mosse rapidamente per nominare l’uomo che aveva guidato la caduta di Gunn, il manager del Colchester Paul Lambert. Quest’ultimo riuscì ad invertire immediatamente la tendenza e riportò immediatamente il Norwich prima in Championship e poi, in una stagione in cui vinse due “Old Farm” contro l’Ipswich, in Premier League dopo ben sei anni di assenza.
Nella nuova avventura in Premiership, Il club chiuse al 12º posto in classifica, ma Lambert si dimise a un mese dalla chiusura della stagione, sostituito da Chris Hughton per la stagione 2012-13. Il regno di Hughton iniziò male, ma fu seguito da un record di imbattibilità del club in Premier League tale da garantire al Norwich la permanenza in Premier League per il terzo anno consecutivo.
Al termine della stagione 2013-14, poco prima che il Norwich fosse retrocesso nuovamente in Championship, Hughton fu sostituito dall’ex giocatore del Norwich Neil Adams, il quale, dopo una mediocre prima metà della stagione 2014-15, si dimise per essere sostituito, nel gennaio 2015, da Alex Neil, proveniente dall’Hamilton Academical: con i suoi 33 anni, Neil era il secondo manager più giovane della Football League. La nomina di Neil portò ad una svolta nella stagione del Norwich che, dopo aver mancato per un soffio la promozione diretta in Premier League, la conseguì nella finale dei playoff di Championship del 2015. Durante la stagione 2015-16, l’ex cancelliere ombra Ed Balls fu nominato presidente ma, al termine di quella stagione, il Norwich fu retrocesso nella EFL Championship 2016-17. Quando fu chiaro che il club non sarebbe stato promosso, Neil lasciò il suo posto e fu sostituito nel maggio 2017 dall’allenatore tedesco, Daniel Farke, con un contratto biennale. Nella stagione 2017/18, la prima di Farke in qualità di Manager, il Norwich finì al 14º posto nella classifica di EFL Championship 2017-18, mentre nella stagione successiva il Norwich City fu promosso nuovamente in Premier League, vincendo il titolo di Championship all’ultima giornata con una vittoria per 2-1 sull’Aston Villa al Villa Park. Tuttavia, la permanenza del Norwich in Premier League durò ancora una volta per una sola stagione e si concluse all’ultimo posto con soli 21 punti all’attivo. Nella stagione in corso, 2020/2021 (Fig. 11), il Norwich sembra avviato verso una nuova promozione in Premier League dopo aver staccato il Watford di 6 punti e il Brentford, terzo, di 15.
Alla resa dei conti, possiamo dunque affermare che anche questo Old Farm ha un suo fascino, magari più rurale rispetto ad altre sfide più nobili e conosciute del calcio inglese, che però risplende anche nei cataloghi del nostro amato Subbuteo, sia in ambito HW (per il Norwich in primis) che LW (per entrambe le compagini).
Nel catalogo HW il Norwich è presente con la ref 28 (Fig. 12) che ritrae i “canarini” con la loro tipica casacca gialli con bordi verdi, calzoncini verdi, calzettoni bianchi (ne esistono varianti con calzettoni di colore diverso) ed accoppiata base inner di colore verde/giallo (Fig. 12).
Si tratta di una ref di facile reperibilità sul mercato e, per questo, di valore contenuto ma non per questo bella a vedersi. L’inserimento nel catalogo originale delle HW forse lo si deve proprio alla prima vittoria in Coppa di Lega del 1962, un successo tutt’altro che scontato.
Anche nel catalogo LW, il Norwich è discretamente rappresentato con la ref 28 (identica alla controparte HW) e, tra le altre, con la ref 371 (Fig. 13) e la 709 (Fig. 14) che si differenziano per i dettagli della maglia.
Come si può facilmente notare, la prima delle due ref presenta delle righe verticali verdi su fondo giallo, mentre la seconda evidenzia una componente di colore verde più marcata e posta in diagonale sulla maglia da gioco.
Se il Norwich può ritenersi soddisfatto di quanto realizzato in ambito Subbuteo, cosa aspettarci dall’Ipswich?
In ambito HW, i Tractor Boys sono rappresentati nella ref 219, piuttosto comune (Fig. 15), con maglia blu e bordi bianchi, calzoncini bianchi, calzettoni blu ed accoppiata base/inner di colore blue e bianco.
Si tratta di una ref dallo scarso valore commerciale ma che non può mancare in una collezione di HW dedicate al calcio inglese; indubbiamente, la vittoria della Coppa UEFA del 1981 ha giocato un ruolo fondamentale nell’inserimento dell’Ipswich nel catalogo ufficiale della Subbuteo.
In ambito LW sono diverse le ref dedicate all’Ipswich alcune delle quali non proprio di facile reperibilità. Tra queste ultime abbiamo le ref 595 e 781 (Fig. 16 e Fig. 17) che si differenziano per alcuni tratti della maglia da gioco.
Come è possibile documentare la prima delle due, oltre a presentare un inner di colore rosso, presenta anche un bordo bianco lungo le maniche, al contrario della seconda nella quale i colori blu e bianco presentano uno stacco più deciso.
La ref 219 (Fig. 18) si presenta sostanzialmente come una replica della controparte HW senza alcun elemento distintivo particolare.
Come per la versione HW, si tratta di una ref piuttosto comune ma, considerata l’epoca di produzione, il valore economico può anche non risultare totalmente trascurabile.
In definitiva, Norwich ed Ipswich danno vita ad un bel derby anche in salsa subbuteistica ma, in questo caso, il vincitore viene decretato dal giocatore/collezionista piuttosto che dai risultati conseguiti sul campo.
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