Per chi ha studiato e conosce bene il latino non gli sarà difficile tradurre l’interrogativo posto a base del titolo.
Di chi è la colpa?
Mi riferisco, evidentemente, all’evento calciotavolistico e subbuteistico che andrà in scena a Bologna nel prossimo fine settimana.
Certamente non dei singolaristi, su questo non vi sono dubbi.
Circa 150 iscritti nelle varie categorie sono un numero sufficientemente apprezzabile, sia pure non eccelso.
Il problema nasce quando si fanno i conti con le competizioni a squadre.
Orbene, a tal uopo per ciò che concerne il Calcio Tavolo, rimanendo all’interno del globo nazionale, il novero dei club che hanno aderito è pari a 12 su un totale di 17 escludendo i 3 team stranieri (tanto di cappello lor signori), l’Associazione organizzatrice (scontato che partecipasse) e una delle due formazioni della Salernitana. L’unica a presentarsi con due squadre ed una delle pochissime a girare l’Italia e l’Europa in lungo e in largo senza nulla temere; una sorta di corazzata con un altissimo tasso tecnico e diversi giocatori che militano nelle nazionali dei rispettivi paesi; un club che annovera tesserati belgi, greci, lombardi, umbri, romani oltre agli stessi salernitani, primo fra tutto il Presidente fondatore e da sempre deus ex machina del sodalizio campano.
A raccontarla non ci si crederebbe ma è così, tantopiù se si considera che mancano ai nastri di partenza club situati nella medesima Regione od in quelle poste al confine, a poche decine di chilometri di distanza.
Colpa della perdita del posto di lavoro per molti italiani praticanti? In tal caso nessuna colpa, anzi, solidarietà, vicinanza e dispiacere.
Colpa delle risorse finanziarie ridotte ai minimi termini tra cassa integrazione, collocazione a riposo, prepensionamenti e quant’altro di specie? In tal caso nessuna colpa, anzi solidarietà, vicinanza e dispiacere.
Colpa di battesimi, comunioni e cresime, tutte convergenti nel weekend felsineo? E cosa si può dire, nulla. Prima gli impegni rituali e il dovere, poi il piacere.
Colpa di mogli, fidanzate, compagne, similaria atque, ostraciste e osteggianti la partecipazione all’evento dei propri congiunti? E cosa si può dire, nulla. Prima la famiglia e il dovere, poi il piacere.
Allargando l’analisi al torneo di subbuteo tradizionale, la situazione diventa ancora più paradossale laddove si consideri che su 7 team iscritti, escludendo anche in questo caso il club organizzatore per lo stesso motivo di cui sopra, l’ammirevole Perugia presente ovunque e la Viterbese, il tutto si riduce ad una stracittadina Pisa – Livorno, ciascuna presente con due team.
A raccontarla non ci si crederebbe ma è così, tantopiù se si considera che mancano ai nastri di partenza club situati nella medesima Regione od in quelle poste al confine, a poche decine di chilometri di distanza.
Qualcuno di Voi leggendo si starà chiedendo: “Possibile che abbia dimenticato l’evento pandemico?”
Per nulla, gli anni passano, ma memoria e lucidità no, non l’ho né dimenticato, né tantomeno ne sono rimasto folgorato o peggio ancora obnubilato.
Semplicemente non può essere una motivazione, al più un appiglio per quanto non si sa bene fondante su quali presupposti medico-scientifici. E proprio così dal momento che nel paese Italia, a seguito di martellamenti a suon di forzata persuasione o di velata coercizione, tutto o quasi è stato riaperto, la percentuale dei vaccinati si accinge a raggiungere la soglia dell’immunità di gregge, sono state imposte regole e obblighi ben precisi in materia di vaccini, tamponi e green pass.
Anche gli stadi sono tornati pieni, idem i teatri, i cinema, le palestre e qualsiasi altro luogo (ad eccezione delle discoteche) normalmente e notoriamente assembrato e accalcato di ominidi presenze, nel rispetto della legalità s’intende.
E il Maior di Bologna non farà certo differenza: si entra solo se muniti di green pass, di certificato verde e/o di tampone in validità.
Ergo, tutti i partecipanti potranno dormire sonni tranquilli e godersi un weekend di gioco, spensieratezza ed amicizia dopo un anno e mezzo di calvario. Nessun rischio è paventabile all’orizzonte, ma proprio nessuno.
Certo che se si è no vax o no pass, due cose peraltro completamente diverse dal momento che si può essere ragionevolmente e coscientemente a favore del vaccino, ma al tempo stesso del tutto contrari al green pass, appare evidente e giusto che tutti coloro che professano queste idee e questi pensieri, disertino l’importante appuntamento del Presidente Marinucci. Un Presidente e prima ancora un appassionato a cui andranno sempre la mia stima e la mia ammirazione, che dopo la beffa patita due anni fa, ancora una volta, a voler fare i conti della serva, finirà col perderci piuttosto che uscirne quantomeno alla pari.
Ma di persone come Riccardo, nel nostro movimento, ce ne sono poche, anzi pochissime.
E allora, precisato a beneficio dei tanti dotti e colti quivi postisi a leggere, che ridondanze e pleonasmi del presente articolo sono appositamente voluti, per concludere e ritornando al quesito iniziale, mi chiedo e vi chiedo: Ma la colpa di chi è ?
Vi lascio con questo interrogativo di cui non ho risposte certe.
Ma una vaga idea me la sono fatta e se vi interessa saperlo basta che vi ricordiate una data oramai divenuta un refrain, sulla quale i miei amici, quelli veri, spesso mi intrattengono con il sorriso: il 1° gennaio 2057, sapete già a cosa mi riferisco.
Rosario Ifrigerio
16.09.2021