Nei decorsi weekend si è disputato, con gare di andata e ritorno, il primo GRAN PRIX PROVINCIA DI MESSINA, protagonisti il CT BARCELLONA MORTELLITTO e il MESSINA TABLE SOCCER.

D. Un modo per tornare sui panni verdi a giocare e a divertirsi dopo la pandemia?
R. NO, o perlomeno non prioritariamente.

D. Un modo per ritrovare quelle componenti agonistiche proprie di una competizione?
R. NEPPURE, o perlomeno non prioritariamente.

D. L’occasione attraverso cui hanno trascorso qualche domenica insieme due Gruppi costituiti da persone vere e signorili che si stimano, si apprezzano e sono uniti sotto la stessa bandiera da una amicizia fraterna inossidabile e invidiabile?
R. SI, AL 100%.

Basta avere un minimo di sensibilità e soffermarsi sulle foto quivi pubblicate, sui volti di Cesare e dei suoi ragazzi, di Francesco, di Concetto e dei loro ragazzi, per rendersene conto, per comprenderlo e farlo comprendere anche a gente di tutt’altra fattispecie e rallegrarsene con ammirazione.

Peculiarità, quelle di questi due meravigliosi Gruppi siciliani, che poi si ritrovano puntuali anche nelle frequentazioni calciotavolistiche, sui panni verdi, dentro e fuori dal campo. 

L’amicizia, come l’amore, è uno dei sentimenti e dei legami più belli e importanti che ci siano. Come sarebbe triste una vita senza nessun amico con cui parlare, confidarsi e divertirsi!

Quanti sono amici di facciata, pronti ad abbandonarci alla prima occasione? Qual è la differenza tra un amico vero e un conoscente?

L’amicizia vera esiste, ma riconoscerla spesso non è facile. La verità è che ognuno di noi, per quanto nel corso della vita possa affezionarsi a molte persone diverse, può contare realmente solo un ristretto circolo di persone. Al massimo 2 o 3 a mio avviso, non di più.

Difficile, quindi, che possiamo considerare “amici” tutti quelli che frequentano Facebook, Twitter, Instagram e altri social network, anzi proprio in questi ambienti si annida, senza necessariamente generalizzare, la peggior specie dell’essere umano, gentaglia di variegata e ignobile specie.

Peraltro l’amicizia è soggetta ai cambiamenti nel corso del tempo: due adolescenti “amici del cuore” che si frequentano tutti i giorni tra scuola e altre uscite, difficilmente avranno lo stesso tempo di vedersi una volta che avranno iniziato a lavorare o avranno una famiglia.

Da questi ragionamenti è possibile capire, quindi, che i veri amici si contano sulle dita di una mano.

Nella vita incontriamo tantissime persone, con molte ci divertiamo e passiamo bei momenti, ma poi spariscono. Rimarranno nella nostra memoria, ma non possiamo chiamarli amici, ma conoscenti o “amici di passaggio”. Non possiamo pretendere di piacere a tutti e di avere migliaia di amici, ma possiamo cercare di coltivare un rapporto profondo con quelle pochissime persone che in ogni occasione non ci voltano le spalle, con cui ci sentiamo liberi di confidarci e di comportarci, che nonostante la lontananza in alcuni momenti riescono a farci sentire il loro supporto. E noi ricambiamo.

Contandoli uno a uno non sono certo parecchi, sono come i denti in bocca ai vecchi, ma proprio perché pochi sono buoni fino in fondo e sempre pronti a masticare il mondo.

A proposito di amici e amicizia e, soprattutto, tornando al nostro microcosmo Vi lascio con uno spunto di riflessione, per quanto si tratti di storia vecchia come il mondo:

Foto Instagram: @messina_table_soccer

I ragazzi di Messina e Barcellona, si sono sorbiti oltre 200 km (tra andata e ritorno in occasione della due giorni del Gran Prix) solo ed esclusivamente in virtù del valore dell’amicizia, un’amicizia vera, il vero valore fondante nella vita. Di contro, in occasione di qualche recente evento calciotavolistico, peraltro di primario livello agonistico-sportivo tenutosi in Emilia Romagna od in quello che nel prossimo weekend si terrà nel Lazio, ci sono state e ci sono associazioni con sede nella stessa Regione, alcune addirittura a pochi chilometri di distanza che non si sono iscritte.

Impegni familiari? Balle, volendo il tempo si trova e le partecipazioni agli eventi nelle rispettive famiglie si comunicano, si condividono e si calendarizzano ad inizio stagione od al più in corso.

Impegni lavorativi? Balle, di domenica difficile che in un’associazione lavorino così tanti componenti da non riuscire a mettere insieme quattro gatti.

Problemi di Covid? Balle, senza vaccino, green pass o tampone non si può giocare.

Problemi di (non) amicizia per non dire odio col club vicino? Di ritrosie vecchie quanto il mondo? Di ripicche per cui “io non vengo al tuo torneo perché tu 57 anni fa non sei venuto al mio?

Le risposte le conosciamo tutti, ma sarebbe pure ora che tutti cominciassimo ad imparare dal Barcellona e dal Messina.

Potremmo farci un viaggetto da quelle parti, magari in estate, considerata le bellezza di quei luoghi e farci insegnare qualcosa da questi Signori, ragazzi compresi, su “come si campa”.

Così è nel Calcio tavolo, così è nella vita, ma se non lo si insegna e non lo si impara da piccoli, impossibile che possa accadere da adulti. Del resto questo è un gioco dove l’età media è elevata e il livello educativo e comportamentale medio di segno diametralmente opposto.

Inevitabile, di conseguenza che i disvalori, figli anche di mancanza di cultura dottrinale e accademica, prevalgano ad ogni occasione. L’elenco di tutto ciò sarebbe lunghissimo, farei prima, molto prima a menzionare “la parte buona”.

Ma non ce n’è bisogno, la vita è un boomerang e prima o poi tutto torna, nella vita, negli affetti, nel sociale e anche nel nostro giochino.

A buon intenditor…

Rosario Ifrigerio
19.11.2021

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Disponibile il manuale del calciotavolo subbuteo!

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