subbuteo

Non so quanti di voi conoscano questo acronimo e soprattutto conoscano l’utilità di questa sotto-organizzazione della FISTF, la “federazione” internazionale di calciotavolo.

L‘European Confederation of Sport Table Football Association (ECSTFA) sarebbe l’organismo europeo che dovrebbe coordinare l’attività europea. Se vogliamo fare un parallelismo con il calcio sarebbe la UEFA del calciotavolo dove la FIFA sarebbe la FISTF. Questo nel mondo delle favole, però.

La storia

Quando venne presentata questa organizzazione sottostante le FISTF, ad agosto 2021, più di uno si chiese la necessità di un ulteriore “ufficio complicazioni cose semplici”, ma la presenza alla presidenza di Stefano De Francesco aveva lasciato la speranza che, forse, avrebbe potuto essere utile.

Molto importante era il fatto che avrebbe dovuto essere un “board” a costo zero, finanziato, al limite, dalla FISTF stessa. Non meno importante, poi, è specificato nello Statuto che le regole FISTF saranno sempre prevalenti rispetto alle regole ECSTFA e vedremo perché.

“We need money”

Eh già, they need money…ma da chi?

Lampo di genio del board che decide di chiedere quote di iscrizione a tutti giocatori delle prossime competizioni europee della Champions League ed Europa League. Attenzione: ogni giocatore e non ogni squadra come da sempre avvenuto.

Qualcuno potrebbe anche pensare che possa essere giusto, in fondo, ma poi andremo a vedere cosa è stato fatto da questo board da agosto ’21 ad oggi. Anzi vediamolo subito: nulla.

Torniamo alla contribuzione richiesta giustificata dal fatto che “they need money”: ben 20€ a giocatore! Considerate che una squadra ha minimo cinque giocatori, ma la media è sei, il conto è presto fatto. Sommiamoci i costi di trasferta, vitto ed alloggio e capiamo il motivo per cui la richiesta è non solo esagerata, ma priva di alcuna logica. Sottolineando che il costo di partecipazione previsto dal regolamento FISTF (prevalente) è di 20€ a squadra, capite il totale non senso della richiesta della ECSTFA?

Assurda, infine, la disparità di condizioni economiche di iscrizione che ogni società subirebbe. Un club con cinque giocatori pagherebbe 100€, un club con otto giocatori ne pagherebbe 160€. Ma davvero sono questi gli esperti europei…?

L’antefatto

Prima di questa richiesta, però, c’è un passaggio molto importante da sottolineare che si sviluppa all’interno del board. La decisione di proporre (imporre) questa pesante richiesta alle casse delle società non è unanime ed è contrastata proprio dal presidente, Stefano De Francesco, che grazie alla sua lunga visione si rende conto che non può avere futuro un board che si presenta, di fatto, chiedendo denaro senza mai aver comunicato un progetto o un’idea.

Questo contrasto sfocia nelle dimissioni di Stefano, che si astiene nella votazione, e nonostante la contrarietà di un altro membro del board, Jason Pisani, la proposta passa e viene pubblicata essendo approvata a maggioranza.

I comunicati

Il 9 giugno esce un comunicato stampa dove si presenta il nuovo presidente ad interim, Bob Varney, lamentando delle dimissioni “intempestive” di Stefano De Francesco (io direi tardive visto il livello).

I due passaggi degni di nota sono la sua presentazione circa la lunga esperienza nel mondo del commercio (dove notoriamente si offre qualcosa in cambio di qualcosa d’altro) e ci spiega che l’ECSTFA nasce per portare l’Europa in linea con gli altri continenti (??)

Il secondo passaggio importante del comunicato è la necessità di “professionalizzare” il gioco portando sponsor e TV agli eventi…

Ovviamente per quanto sopra hanno bisogno di budget e quale idea migliore se non raccogliendolo dalle società? Ovviamente fino a quando non verranno realizzate partnership commerciali e tutti i progetti già sentiti mille volte sempre sfociati in un nulla di fatto.

Il comunicato segue con le solite chiacchiere di progetti, road map, investimenti in pubblicità, ecc. ecc.

La chiusura è una chicca di comunicazione: “Roma non è stata costruita in un sol giorno”…

La realtà

Una volta ripresi da questa bella favola di televisione, pubblicità, marketing, ecc. veniamo ad analizzare la reale portata dell’attività di gioco mondiale.

Tralasciamo l’Italia che ha un parco giocatori agonisti di qualche migliaio di giocatori, comunque un numero incredibilmente esiguo in rapporto ai potenziali amatori del gioco. Se andiamo a vedere al situazione degli altri continenti (perché parlano proprio di “portare l’Europa in linea con gli altri continenti” quando gli altri continenti, di fatto, non esistono!) un’amara sorpresa ci attende.

Un micro movimento in America del nord, ancore meno in America del sud. Africa di fatto non hanno idea di cosa sia il calciotavolo, Medio Oriente lasciamo perdere. Paesi del far-east il nulla fatto salvo qualche giocatore a Singapore. Micro movimento in Australia.

Dunque dovremmo ambire a portare l’Europa in linea con gli altri continenti? Speriamo di no!!

Il movimento europeo, al contempo, non è che sia molto attivo. Tolta la Spagna, il Belgio e, forse, l’Inghilterra, in Europa il gioco sta scomparendo. Magari potrebbe anche sembrare che in Europa si giochi, ma in verità si tratta di qualche gruppo di amici appassionati che continuano nella loro attività, ma senza avere alcun tipo di sviluppo.

Fino ad oggi abbiamo visto organizzazioni deficitarie o mal organizzate delle coppe europee? Assolutamente no! Alla fine tutto è a misura di quanto è il gioco.

Il marketing

Termine abusato nel mondo calciotavolistico. Sarebbe bello poterne sviluppare strategie, ma mancano i fondamentali. Noi siamo quelli che ancora chiamano il gioco con il suo marchio commerciale. Abbiamo in Italia circa 80 associazioni che non promuovono loro stesse, ampissime zone d’Italia dove non esiste nulla. Vorremmo attirare nuovi giocatori, ma quando ti chiedono dove possono giocare non sai dare risposte.

Siamo quelli che continuano a parlare di trovare nuovi giocatori under, ma aprono i club alle 21.00 di una sera della settimana (con alcune pochissime eccezioni).

Personalmente sono sempre stato favorevole, ovviamente, nel cercare strategie per promuovere il nostro gioco, ma anch’io mi sono arreso all’evidenza dei fatti. A parte gruppi di amici che si trovano tra di loro per fare il “giovedì del calcetto”, non c’è nulla di più e lo dico con grande dispiacere.

Noi siamo l’Italia, la nazione trainante del movimento con il maggior numero in assoluto di praticanti agonisti e club. Abbiamo davvero bisogno anche dell’ECSTFA? Crediamo davvero che se organizzassimo una Champions League o una qualsiasi manifestazione anche senza il bollino FISTF o ECSTFA , le squadre non verrebbero? Provate a mettere un montepremi e vedrete.

La FISCT

In tutto questo la FISCT che posizione ha preso? Grazie ad alcuni amici ho ricevuto la lettera che il board italiano ha inviato all’ECSTFA ed ho constatato come la federazione si sia schierata in modo molto forte a difesa degli interessi delle associazioni nazionali.

Nella lettera leggiamo che a seguito dell’incontro tra il presidente FISCT Pietro Ielapi accompagnato dal segretario Francesco Lo Presti e il presidente ad interim ECSTFA Bob Varney, le parti non hanno trovato una sintesi. Pur apprezzando lo sforzo che il board europeo sta provando a mettere in campo, i due rappresentanti italiani hanno fatto notare che resta l’opposizione alla limitazione di quattro teams nazionali contando come “nazionale” anche il vincitore della competizione dell’anno precedente. Inoltre reputano assurdo che la qualificazione avvenga solo per criteri di ranking internazionale e non in base alla classifica del campionato nazionale.

Se nel 2019 il primo posto si fosse concluso con una squadra diversa dalle Fiamme Azzurre Roma, tipo i Napoli Fighters, il campionato più importante al mondo, quello italiano, non avrebbe avuto nessun valore!

In seconda istanza contestano la quota di 20€ a persona e non più a team per la partecipazione alle coppe europee portando a sostegno della non correttezza della richiesta l’art. 3.2.15 del regolamento FISTF:

each team must pay € 20.00 to participate in the Champions and Europa League. In case of a difference between Confederation and FISTF, the regulations of FISTF must prevail“.

Infine sottolineano la compartecipazione alla non accettazione della richiesta anche dalle federazioni di Francia, Belgio e Malta.

Cosa succederà?

L’importante è non tirare troppo la corda, caro Bob. Il rischio che si spezzi è molto elevato e l’Europa continuerà a giocare anche senza l’ECSTFA (che già potrebbe chiudere senza rattristare nessuno)!

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