Talento indiscutible, ma…non convocabile…
Siamo all’inizio degli anni Settanta e già da qualche tempo Marino e i suoi amici coetanei giocano coi tappi a corona della birra – “tapini” in dialetto – recuperati nelle osterie di San Giacomo, il loro rione nel centro di Trieste.
Li personalizzano coi colori delle squadre preferite ed i nomi dei giocatori, li numerano e li sospingono facendo fare al dito medio leva sul pollice (foto 1).
La pallina è di carta stagnola ed il campo tracciato sul marciapiede con un gessetto (nastro adesivo sul pavimento di casa, ma solo in caso di pioggia).
Queste le primordiali simulazioni miniaturizzate del calcio per strada, stante la scarsa presenza di automobili in città all’epoca.
Accade che nel periodo di Natale del 1972, Marino, insieme a qualcuno degli amici scopre, nel negozio “Orvisi”, in via Amilcare Ponchielli, vicino piazza Ponterosso in centro a Trieste, l’esistenza del gioco.
Giacché, però, già una squadra allora costava ben 4.000 lire (circa 30€ di adesso), il gruppo si consorzia ed insieme acquista un’unica confezione (una Continental).
Il quintetto dei pionieri giuliani (tutti del ’58, tranne Livio, del ’57) è così composto:
Tommaso Tartaglia, Livio Puingertar, Ugo Vocino, Maurizio Bellian e Marino Ziz.
Dall’acronimo dei loro nomi, TLUMM, il nome del club (fondato non molto tempo dopo), preceduto da “Tomizawa”, nome di un calciatore del tempo nipponico, che Marino, appassionato del Giappone, aveva trovato su di una rivista sportiva (nello specifico: Kiyoshi Tomizawa, 2/12/43, difensore della Iawata Steel, poi denominata Nippon Steel, e nazionale del suo paese dal 1964 al 1971).
Proviene dalla diffusione offerta nei negozi, durante successivi acquisti, la notizia dell’attività agonistica e, venuti a conoscenza dei primi campionati italiani, i cinque vi prendono parte.
È il 15 marzo 1974 quando le eliminatorie vengono disputate da Orvisi.
Nessuno di essi però spicca.
Quel regionale è vinto da un altro triestino, Roberto Pintarelli, che giovanissimo (classe 1960), poi, non parteciperà alle finali, pure concomitanti con i suoi esami di terza media (ndr).
Anche Maurizio Scarpis di Udine si qualifica (sconfitto 7-5 ai rigori da Pintarelli), ma uscirà al 2° turno alle finali.
Pintarelli, però, accompagnato dai più grandicelli Marino e Livio Puingertar (foto 2 di qualche tempo dopo), viene lasciato partire alla volta del 1° città di Genova, dove i tre, il 4 novembre 1974, denominati Giocatori triestini riuniti (perché Roberto è tesserato per l’SC Trieste), battono ai quarti della competizione a squadre il Milano Renate, per poi perdere in semifinale con il GS Pegli 2 (poi vincitore).
Viene centrato il bronzo nella finalina con una Selezione Genovese.
Nell’individuali ai quarti Ziz viene eliminato da Claudio Oliveri per 3-2.
Marino precisa che in quel torneo nessuno, nemmeno i genovesi del Pegli, lucidava (vedi futuro articolo).
Corre il 1975, 14 settembre, quando si svolge a Genova una selezione nazionale per uno dei due posti (uno è per Beverini, campione d’Italia in carica) per i rappresentanti italiani agli imminenti europei ETF (foto 3).
Ziz, che ha vinto le preselezioni della sua regione, vi prende parte e ottiene il massimo.
È, infatti terzo nel girone finale a 4, dietro agli inarrivabili Carlo Giovannella, secondo, ed il vincitore Federico Zollo.
Questi due, oltre ad avere già dimestichezza con il regolamento internazionale, sono padroni ormai della lucidatura e non sono in nessun modo arginabili.
Il 1° novembre, però Marino già si avvale della nuova tecnica e, grazie anche ad essa, si aggiudica, al 2° Città di Genova, il torneo “regole per esperti” (foto 4), battendo nel girone finale, oltre ai genovesi Mantero e Giusti, il concittadino Pintarelli per 5-1.
A squadre il GS Pegli batte ai quarti 2-0 la compagine giuliana (di Ziz, Puingerter e Bellian, unico a non perdere, impattando 1-1 con Roberto Sempici).
Il 3 e 4 novembre c’è il torneo con regolamento internazionale.
Marino, dopo le vittorie con Farina 4-3 e Nencioni 2-1, deve andar via, per poter prendere l’ultimo treno, e perde per abbandono con Oliveri, giunto, poi, 2°. Ziz sarà 6°, dietro Beverini.
Da campione regionale partecipa ai campionati Italiani del 1976.
Vince il suo girone dopo uno spareggio con il reggino Domenico D’Ascola.
Le difficoltà (leggi avversità, le seconde dopo quelle del settembre ’75, sempre a Genova), però, arrivano in semifinale.
Gli tocca il beniamino locale.
Lo svantaggio iniziale lascia perplessi un po’ tutti (ndr) poiché Beverini, possibilmente, prima potrebbe aver toccato la miniatura avversaria e poi la palla.
Garbate rimostranze di Marino al direttore di gara che, però, sono poco gradite al numeroso pubblico di casa, così ostile che qualcuno non si regola nel tifare contro il triestino.
La gara si chiude 2-0, con seconda rete avversaria giunta solo allo scadere.
Marino conclude buon 3º, prevalendo su Carlo Novara 4-3 (foto 5 e 6).
Ha vinto Stefano Beverini e Carlo Giovannella, 2°, viene, con altri, chiamato a settembre (ndr) alle selezioni (giocate a Bologna e che il romano vincerà) per gli europei ETF di ottobre a Malta.
Né Ziz né altri del Friuli Venezia Giulia, ignari, vengono coinvolti.
Siamo alla terza sfavorevole casualità.
Il talento del Rione San Giacomo, proseguendo serenamente e progredendo, si qualifica anche per i campionati taliani 1977.
Si devono disputare a Napoli, ma, un mese prima, si deve optare per una sede alternativa.
Il tempo stringe e solo Genova è in grado con così poco margine di far fronte all’emergenza.
Il 4 e 5 giugno, quindi ancora nel capoluogo ligure, ma stavolta il fattore ambientale non agevola Beverini.
Come questi viene eliminato da Bellotto sarà oggetto dell’intervista al mestrino, di prossima pubblicazione.
Marino Ziz, invece, procede spedito fino alla finale, mettendo in fila un 5-2 con il pisano Giaconi, un 4-1 con il barese Marinaccio ed un 5-3 con D’Ascola.
In semifinale il risultato sarà Marino Ziz – Antonio Di Silvio 2-0.
Appagato, forse, cede in finale (foto 7) ad Edoardo Bellotto, con cui stringerà una grande amicizia (foto 8).
Il 2 ottobre 1977 si disputa il Gran Prix nazionale a Roma.
Ziz, da classifica nazionale sarebbe qualificato tra i 16 finalisti, ma non vi partecipa (ben 7 saranno le defezioni a quella competizione, che non vedrà più di una seconda edizione).
Nello scorcio d’autunno di quell’anno ben due, invece, saranno le altre circostanze nelle quali il talento ed i meriti di Marino non saranno beneficiati.
Da vice-campione italiano avrebbe ben diritto ad essere tra i due che “d’ufficio” vanno agli europei di inizio novembre (o, quantomeno, ad essere tra coloro che si giocano il posto vacante).
Succede, però, che la nostra federazione, in animo di prendere parte agli imminenti campionati ETF, pare anche per un energica opera di persuasione del fabbricante inglese, in rotta con l’organismo agonistico continentale, alla fine non onora l’impegno (né vi parteciperà mai più, vedi futuro articolo).
Di internazionale, però, ci sarà, “in sostituzione” per gli azzurri un succoso Inghilterra-Italia (rivincita di una precedente sfida vinta da noi a novembre ’76 a Roma).
Il 15 novembre a Wembley si dovranno schierare due seniores ed uno junior .
Il giovane, sarà il campione d’Italia di categoria, Andrea Piccaluga, uno dei due senior, logicamente, Bellotto e l’altro over 18, altrettanto logicamente dovrebbe essere Marino Ziz (opinione di chi scrive, supportata dal fatto che l’anno prima a Roma, sempre per Italia-Inghilterra, con questo criterio era stata composta la squadra).
Manco per niente, va Beverini e la riserva senior è il romano Giovannella (!?!?!?)
E con questo uno due si arriva alla quinta mancata consacrazione della carriera del campione rosso-alabardato.
Carriera che si avvia ad una fase di stallo.
Alle finali del primo Guerino nazionale del 1978 (foto 9), sconfitta di misura con Beverini, 2-3, e conseguente stop al girone eliminatorio.
Assente ai regionali di quell’anno per dare spazio ad altri, Marino farà l’inverso nel ’79, disdegnando il Guerino, ma partecipando agli italiani di Milano.
In quella circostanza è secondo nel girone preceduto solo per differenza reti da Casali (+13 a +14) con cui pareggia 3-3.
A rendere molto triste quel momento, però, è la tragica scomparsa di Roberto Pintarelli.
Marino è organizzatore del torneo in memoria dell’Amico avversario.
Torneo che, il 24 febbraio 1980, onora, giungendo in finale, sconfitto da Vittorio Nencioni 3-2.
La presenza di Ziz si dirada ancora alle competizioni successive.
Non passa il turno agli italiani del 1981, malgrado le vittorie con De Francesco, 2-0, e Ferlito, 4-2.
La sconfitta pesante con Baj e quella di misura con Giancarlo Potecchi (poi secondo), 2-3, ne pregiudicano il passaggio del turno.
Si ritira ne 1982 – anno in cui il 16 ottobre sposerà Donatella – con la vittoria, il 7 febbraio, alla 3° Coppa città di Trieste (giocata presso oratorio Don Bosco in via dell’Istria 53), quando batte ai quarti Beltrame 2-1, in semifinale Di Lernia 4-1 (dcp) ed in finale Costanzo 1-0.
Vince pure le selezioni regionali del Guerino ed il 23 maggio disputa ad Alassio la finale per il 5° posto, conclusa 0-2 contro Giancarlo Potecchi.
Nel 1983 nasce Simone e nel 1988 Barbara.
In mezzo, nel 1986, fugace ripresa in un torneo amichevole, che, quantunque senza alcun allenamento, Marino vince.
Finalmente, nell’estate 2022 inizia a frequentare l’OSC Subbuteo Club Muli (mulo vuol dire ragazzo in triestino).
Che dire, in conclusione di questa suggestiva storia.
Troppo signore Marino Ziz, dentro e fuori dal campo, per non considerare ed averci raccontato quella parentesi della sua vita, oggi, che ha da poco festeggiato 40 anni di matrimonio ed è due volte nonno, come edificante e piena di soddisfazioni.
Noi, che, invece, allora come pure in seguito, abbiamo spesso visto come “non sempre” lineari le dinamiche che regolavano l’accesso alla nazionale, riscontriamo, di contro, nella sua vicenda un certo disavanzo tra quanto meritato e quanto ottenuto.
Marino Ziz, gentiluomo d’altri tempi, non se n’è fatto mai un cruccio…ma, se non una maglia azzurra, almeno una tessera federale “ad honorem” ed alla carriera, diciamo a titolo “di risarcimento”, perché, oggi, non recapitargliela, simbolicamente, a domicilio…
Ci faccia questa “grazia” chi di dovere…
Noi, invece, non possiamo che essere grati a lui per averci raccontato questa bella storia di gioco e di Amicizia (foto 10).
Grazie Marino (sono certo non solo per noi), “azzurro onorario”.