Più che occupato da adolescente con il calcio, Edoardo Bellotto da Mestre classe ’57 – mediano (mezzala) coi piedi buoni, tanto che il Bologna a 16 anni lo seleziona, ma lui resiste lontano da casa solo pochi mesi – si converte ventenne al basket, ruolo playmaker, che praticherà a buoni livelli fino a più di 40 anni.
Ancora teenager, però, scoperto il Subbuteo, si reca con gli amici Alberto, Nicola e Stefano (di cognome rispettivamente, La Rosa, Di Lernia, e Toschi) in un giorno di fine gennaio del 1976 a casa di Vittorio Nencioni (che ha fondato un paio di anni prima con Giorgio Velli ed i fratelli Novara il Football Club Subbuteo Mestre), che abita in via Garibaldi 17.
Devono lì sostenere, con alcuni altri ragazzi, un “provino”.
Evidentemente Eddy lo supera poiché viene subito tesserato (foto 1).
Bellotto brucia le tappe e l’anno seguente è già, malgrado l’agguerrita concorrenza, campione regionale Veneto e, come tale, si presenta da perfetto sconosciuto ai campionati italiani, in programma a Genova il 4 e 5 giugno 1977.
Il favorito, ovviamente, sia perché gioca in casa, sia perché ha vinto le due edizioni precedenti, è Stefano Beverini.
Eddy se lo ritrova nel girone e lo affronta nella terza e decisa gara per accedere alle semifinali (foto 2).
A quel punto la situazione è la seguente:
Beverini ha perso 0-2 con Paolo Casali, mentre Edoardo, in precedenza lo ha battuto 3-0.
Entrambi hanno realizzato punteggi tennistici con il quarto componente del girone, il marchigiano Bolognini, ma il veneto ha fatto meglio.
4 sono, quindi, le reti di scarto con cui Beverini deve battere Bellotto per passare il turno.
Emozionato ed intorpidito il mestrino va subito sotto di due reti, che diventano tre ad inizio ripresa (non sufficienti per il ligure, ma che potrebbero aprire possibilità per Casali, che chiuderà 9-1 con Bolognini).
A questo punto, Eddy si scioglie, inizia a giocare secondo le sue caratteristiche di rapidità e tiri dalla distanza e si porta in pareggio.
L’incontro, poi, finirà 4-3 per Beverini, ma avanti va Bellotto.
Così avanti che, per nulla appagato, batte di misura prima il napoletano Raffaele Arcamone, poi largo il triestino Marino Ziz e si laurea campione d’Italia (foto 3).
L’affermazione ai campionati italiani non vale, come per le due edizioni precedenti, la partecipazione di diritto agli Europei ETF di inizio novembre, poiché l’Italia non vi prende più parte, ma un’amichevole a squadre (per rappresentative composte da due senior ed uno junior) viene organizzata contro gli inglesi per ricambiare la visita a Roma di questi dodici mesi prima.
Il 15 novembre 1977 nel suggestivo scenario dello stadio di Wembley il giovane Piccaluga, il veterano Beverini e il campione d’Italia Edoardo Bellotto affrontano Norman Gleave, Mike Dent ed il giovane “gallese” Mark Jenkins (foto 4).
Nell’ordine 2-2, 1-1 e 5-0 i risultati di Edoardo.
Rotto il ghiaccio con il palcoscenico internazionale, si torna a Londra l’anno dopo poiché il 20 e 21 maggio c’è il campionato del Mondo FISA (foto 5).
Vanno di diritto i campioni italiani in carica delle due categorie.
Essi sono a maggio 1978 sempre quelli del giugno 1977, poiché, a causa delle fasi finali della prima edizione del Guerin Subbuteo, che si tengono il 6 e 7 maggio, le finali dei campionati 1978 slittano a fine ottobre.
L’andamento di Bellotto è il seguente, due vittorie agevoli nel girone, con canadese e gibilterriano, e due 1-0, con l’olandese Richard Stolwijk e l’austriaco Gustav Adler, la prima ancora nel girone, la seconda ai quarti.
Si ferma, però, in semifinale con il forte (ma non insuperabile, vedi oltre) belga Philippe Outmanns, poi campione del mondo, perdendo per 2-1.
Edoardo Bellotto-Michael Bordach 4-1, la gara che gli permette di salire sul gradino più basso del podio.
L’occasione per la rivincita, però, con il neo iridato, non tarda a presentarsi.
È il 18 marzo 1979, quando a Genova si affrontano in amichevole Italia e Belgio.
Unico cambio nel terzetto azzurro Frignani al posto di Beverini (foto 6) e, quindi, la novità nella composizione, di solo Bellotto come seniores.
E così gli avversari, che schierano come unico adulto il campione del mondo in carica di categoria.
Edoardo, è quello degli azzurri, che vince tutte le sue gare: 2-0 a Clairbois e 5-1 con Schmetz, e in mezzo, batte Outmanns 3-1.
Nel 1980, l’8 e 9 novembre, agli Italiani, giocati in casa, a Mestre, Eddy dopo aver realizzato con Piero gola un 1-1 ed aver battuto Benedetti 2-0 e Massino 2-1, si ferma ai quarti a causa dello 0-1 con De Francesco.
Il passaggio a vuoto in casa fa, però, da premessa al grande sviluppo del Subbuteo e del club di Mestre.
Tra l’81 e l’82 un importante sponsor, ottenuto grazie al padre della ragazza del tempo di Edoardo (che lavorava con la Jägermeister) e l’apporto di Luciano Sanavìo (foto 7), consente al Football Club Subbuteo Mestre di disporre di sostegno economico e di una sede (in via Fiume), con 4 campi, aperta tutti i pomeriggi (foto 8).
Il naturale coronamento di questo processo – con anche il non trascurabile rinforzo di Renzo Frignani in formazione – permette agli aracio-verdi di aggiudicarsi, il 13 dicembre 1982 a Roma, la Coppa Italia.
Nel 1983 al Torneo Nazionale di Bologna Bellotto batte in finale 3-2 Frignani.
Con lo stesso punteggio perde con l’emiliano nel girone, invece, a maggio alle finali del Guerino e non passa il turno.
Non va meglio successivamente, quando il club, nell’ interregionale nord di Coppa Italia, è eliminato dai Diavoli Milano, poi vincitori (foto 9).
Né il 12 e 13 novembre agli italiani di Montecatini.
Con questi punteggi, Cundari 1-1, De Francesco 0-1 e Placanica 0-2, Edoardo non passa il turno.
Non esaltante neanche il 6° posto (con finalina persa 0-1 con Placanica) al Guerino 1984, disputato il 13 e 14 maggio Varazze.
Tuttavia nel girone eliminatorio, oltre al 3-0 con Damiani, un buon 2-2 con Massino (poi 2°) ed il 3-2 con Quattrini; nel girone di semifinale, 2-3 con Baj ed i pareggi 2-2 con Ogno ed il secondo risultato utile, 1-1, con Frignani, poi vincitore del torneo.
Il 27 e 28 ottobre a Roma all’Hotel Ritz ai campionati italiani, Bellotto trova nel girone Mottola, 2-1, Massino, 0-3 e Rossi, battuto 1-0.
2-0 a quarti a Frignani e semifinale persa 1-3 con Baj.
Il 3° posto è ottenuto grazie all’1-0 contro Piccaluga.
Un altro grande successo, però, è alle porte.
Ha una lunga decantazione poiché, essendo la serie A, la prima, di snoda tra novembre 1984 e marzo 1985.
Nella finale di Genova con il Mars Palermo lo Jägermeister Mestre, di Edoardo e con Bruno Beltrame, Nicola Di Lernia, Fabio Cattapan e Alessandro Sanavìo, si fregia del primo scudetto assegnato (foto 10).
Arenzano, Campionati Italiani ’85, rimarchevole nel girone il 2-1 con Santachiara, ma eliminazione ai quarti, 0-2, per mano di De Francesco.
1986, Italiani di Milano, Bellotto esce, sì, ai quarti 1-2 con Massino, ma, oltre al buon pari con il sempre ostico Benedetti, 1-1, sempre nel girone, incontra Frignani e fa 1-1.
Con questa saranno quattro le volte in cui Eddy è uscito indenne dai confronti con Renzo.
Due di queste sono vittorie (vedi prima).
È questo un record eguagliato (se non battuto: ricerca ancora in corso) solo da Massino.
E sarà proprio Frignani, in forza ai Fratelli Pesaro, nella stagione seguente (1985/86) a dare, nella finale scudetto terminata in pareggio, il titolo ai suoi, battendo Bellotto in uno spareggio.
Nel 1987, nella seconda metà dell’anno il club di Mestre e pure Bellotto aderiscono FICT.
Non molto da segnalare nel breve tempo in cui questa federazione esiste, se non una presenza di Bellotto in una delle due gare che la nazionale gioca contro l’Austria, quella del 1988, disputata al Tarvisio (foto 11).
1989, stop all’attività, e così sarà per quasi 20 anni, al netto di un’unica apparizione nel 1994, nella quale Edoardo vince il campionato regionale (foto 12). Non prenderà, poi, parte alle finali nazionali di Ostia (Roma).
Ripresa nella stagione 2008/09, e ricostituito il club di Mestre.
Poi, nella stagione successiva fusione col Serenissima 90 e partecipazione al torneo di Natale a Milano nel dicembre 2009 (foto 13).
Acuto nel 2013, ai campionati italiani di Chianciano del 20 e 21 aprile, quando ottiene un onorevolissimo 3° posto negli open.
Bronzo guadagnato battendo agli ottavi Daniele Pochesci per 2-1, ai quarti Flamini, sempre per 2-1. Stop in semifinale contro Saverio Bari, poi vincitore, per 1-2 (foto 14).
Sempre nella stagione 2012/13, di nuovo, dopo 30 anni, in squadra con Frignani, disputa con il Serenissima Mestre la serie D, giocata a Cremona e vinta.
È la prima di due promozioni consecutive (anche la seconda con Frignani a dar man forte), che condurranno nella stagione 2014/15 il club in B.
Permanenza nella cadetteria fino alla stagione 2019/20, quando il 16 e 17 novembre al Palasport Bernardo Speca di San Benedetto del Tronto viene tenuto il girone d’andata (foto 15).
L’interruzione dell’attività agonistica nazionale nel 2020 non consente la disputa del ritorno, congela i piazzamenti nelle rispettive serie e permette[rebbe] al club di Eddy di ripartire dalla serie B anche nella stagione 2022.
Tuttavia alla ripresa il Serenissima Mestre non viene ammesso alla competizione e declassato d’ufficio.
Risultato, l’antico, glorioso e titolato sodalizio veneto, sdegnato e deluso, decide per la sospensione dell’attività agonistica.
Quello che è peggio è pure che, di conseguenza, per la prima volta il campione di Mestre, dopo 30 stagioni sportive di tesseramento esclusivamente con il club della sua città (il secondo in graduatoria in questa speciale classifica), si trova costretto a doversi iscrivere, pur di poter continuare a giocare, con un club diverso.
Infatti, in attesa della futura nuova afflizione del proprio club, Bellotto aderisce al CCT Roma (foto 16) per la breve stagione sportiva 2023.
{E, se ci possiamo permettere, avendo frequentato quella piazza, consigliamo che pure breve sia la permanenza}
L’avventura, quindi, continua, con passione intatta, ancora tanta voglia di giocare e qualità sempre elevata.
Si dovesse istituire in in futuro una “Hall of Fame”, Edoardo Bellotto non può che essere tra i primi ad avervi ingresso garantito.
Per intanto, che la sua longeva attività sia di esempio ed abbia quantomeno, magari anche attraverso la divulgazione di questo nostro racconto, tutto l’apprezzamento che Eddy si è meritato nel tempo.
Complimenti Edoardo, campione di ieri, di oggi e…di sempre…