Siamo nel 1981, al civico 39 di via Anton Francesco Doni (foto 1) al 2° piano abita il giovanissimo Giuseppe Rosini, nato nel 1975, Andrea Marena (del ’70) è al 1° piano e, sempre nello stesso palazzo, al 3° piano vive Emanuele Cattani (del 1971).
Quest’ultimo è quello che possiede il Subbuteo.
Il padre, appassionato di modellismo, gli ha costruito un campo con sponde in legno, dotato di illuminazione artificiale, costituita da due lampadine incandescenti con fissaggio a pinza. Molto suggestive le partite quando le si accendono, ma scottature all’ordine del giorno quando, mentre si gioca, le si urtavano con i gomiti.
I tre giocano con le LW (foto 2), Cattani ne ha al tempo circa 100, che Giuseppe riuscirà a sbolognare ai suoi compagni di classe quando si capirà che non sono adatte per l’agonismo.
Agonismo, che per primo è Emanuele a sperimentare, partecipando alle selezioni regionali del Guerino del 1984 (vinte da Pieroni, che, tuttavia, non parteciperà alle finali di quell’anno a Varazze, come nessun toscano junior).
Nel contempo gli altri due frequentano un regolare “corso d’addestramento” pomeridiano tenuto dallo stesso “mastro Cattani”.
1985, ed alle nuove selezioni toscane del Guerino, a Marina di Pisa, stavolta vanno tutti e tre gli amici, pur non distinguendosi.
Al torneo nella categoria maggiore ci sono anche il mito Piccaluga ed il forte Cosimi (foto 3).
Nel corso dello stesso anno partecipano ai campionati regionali che Cattani si aggiudica tra gli junior (e sarà il rappresentante toscano alle finali di Arenzano), mentre Giuseppe perde ai quarti con tale Morandini 1-0.
1986, preceduto da un video pubblicitario nel quale Rosini e Grementieri prestano le mani alla promozione del gioco (beccheranno 50.000 lite a testa per fare le “controfigure”), ha inizio il lustro di auge di Giuseppe.
Sarà un quinquennio dove passione, dedizione e qualità di gioco si mescoleranno con tutta una serie di episodi, che quasi a farla da padrone, scandiranno una carriera, tutto sommato, ricca di affermazioni.
Andiamo per ordine, regionale ’86, la più tenera età di Giuseppe lo ferma in semifinale dove perde con il, poi riconfermato campione toscano, Cattani, pur dopo essere stato in vantaggio.
Stesso copione nel 1987 (nelle selezioni per gli italiani di Firenze), quando stavolta l’unica differenza è che perde il regionale in finale, ma sempre con Cattani e sempre dopo essere stato vantaggio.
Gara ribaltata ai regolamentari da Emanuele, che supera l’imbarazzo iniziale, aiutato dalla non perfetta concentrazione di Giuseppe, che ha, quasi in concomitanza, pure una finale di calcio dall’altra parte di Firenze.
Non rilevanti le partecipazioni alle fasi toscane del Guerini 1985 e 1986, ma proprio in quel torneo, nel 1987, invece, un’altra (delle non poche) coincidenze sfavorevoli.
Poiché non era stato chiaramente comunicato dove e quando si sarebbe giocata, la selezione juniores questa era andata deserta.
Da Genova dicono di risolvere in qualche modo.
Morale della favola, si convocano solo 4 giocatori, Grementieri, che vince, due Rosini (l’atro/a è la sorella maggiore di due anni Mariangela) e Pace, a casa di Cattani, per un mini torneo più funzionale al più esperto (classe ’73) Grementieri.
Pure ai regionali 1988 Grementieri fa valere la sua maggiore esperienza.
A 2’ min. dalla fine in svantaggio di una rete evita, “di mestiere”, il raddoppio di Giuseppe, chiamando un presunto fuorigioco (che non c’era) e, dopo la verifica di Tonarelli, facendo la chiusura. Recupero palla, ribaltamento di fronte e pareggio, poi vittoria per 2-1 ai supplementari.
In precedenza, però, il 4 maggio Rosini ottiene la sua prima finale nazionale, all’11° edizione del Guerin Subbuteo.
A relegarlo al suo primo 2° posto in questo torneo Felice Meo di Nola (foto 4).
Giuseppe disputa un primo tempo dimostrando di tenere testa al suo avversario, e va pure in vantaggio.
Il forte sostegno, però, del pure nolano Simonetti a bordo campo ed il clamore dei suoi, magari non influiscono sull’arbitro, il giuliano Costanzo, ma frastornano il fiorentino, che, rimontato, soccomberà per 2-1.
La maledizione si ripete puntualmente l’anno seguente quando, il 9 maggio ’89, ancora al Guerino, altro 2° posto, con finale perduta con Marco Gagliardi di Salerno (foto 5, che finirà sul catalogo 1990, realizzando un sogno nel cassetto di Giuseppe, che fin da bambino, sfogliando gli opuscoli, più che ammirare squadre ed accessori, desiderava un giorno essere tra gli agonisti in quelle pagine raffigurati).
Quantunque molto in forma, Giuseppe nella gara conclusiva, sempre contornato da animata tifoseria avversa, va subito sotto e subisce lo 0-2 senza portiere.
1-2 il punteggio finale.
Autunno ’89 e la malasorte si prende una breve pausa.
A farne le spese sarà finalmente Grementieri che pur passando in vantaggio nella finale dei campionati regionali, chiuderà sull’1-1 il primo tempo, per poi subire il 2-1 a 15” dal termine dei supplementari.
Si va a Bari per gli italiani del 12 e 13 novembre. Nel capoluogo pugliese Giuseppe è “caricato” e portato (andata e ritorno), assieme ai campi di gioco, sul furgone della ditta Parodi, condotto da Arturo, che gli racconta dei primi tornei di più di un decennio prima.
Non malaccio la semifinale raggiunta, dove è, sì sconfitto 0-2 da Giulianini, poi campione, ma solo ai tempi supplementari.
Il 3° posto è suo grazie al 4-1 con Fiore, ma torna a casa, comunque, da campione d’Italia (a squadre), poiché viene lì formalizzata la revoca dello scudetto, vinto ad aprile dal club di Genova, per irregolarità e la conseguente assegnazione del titolo al Gran Ducato di Toscana, di cui lo junior gigliato è componente (foto 6).
Finalmente la ruota pare cominciare a girare ed altri secondi posti si trasformeranno in futuro in successi pieni…
Ci sono tutti i presupposti perché ciò avvenga.
Giuseppe è nel pieno della maturazione ed è nelle condizioni di divenire, di lì a poco, “il migliore” della sua categoria.
Categoria che nella stagione entrante, per quel che concerne il Guerino, sarà pure elevata di un anno, consentendo ai ’75 di avere ancora un anno da junior.
Accade, invece, il 12 dicembre 1989, che un centauro criminale a bordo di una Vespa 125 lo investe fuori del liceo.
Due mesi e mezzo senza poter camminare, regionali del Guerino (come detto ancora juniores, per modificato limite, vedi sopra) vinti per il rotto della cuffia e finali nazionali a maggio giocate ancora in condizioni precarie.
È l’8 del mese mariano quando, nella terza e decisiva partita del girone di semifinale, Giuseppe affronta Perrino, a cui basta il pari.
Tiene botta, rischiando talora di capitolare, e realizza l’1-0, a poco dal termine.
Raggiunta, comunque, con fatica (nel vero senso della parola) la finale, va presto in svantaggio.
Un palo interno a fine primo tempo, è tutto quello che ottiene con le ultime forze.
Finisce 3-1, ancora a favore di Gagliardi ed ancora argento (il terzo consecutivo) per Giuseppe nel torneo del Guerin Sportivo.
E proprio una “penna” della prestigiosa testata non tirerà fuori niente di più originale per Rosini che il bollarlo come “eterno secondo”.
Quanta pochezza espressiva, mancanza di sensibilità verso lo sport giovanile e carenza di cultura sportiva in quella definizione, tutta “italiota”.
Rosini è, comunque, riserva agli imminenti mondiali di giugno, quando in dubbio se essere presente o meno per dedicarsi a chiudere positivamente il 4° ginnasio, parte, comunque, alla volta di Roma, con la prospettiva che magari (non si sa mai) potrebbe pure essere lui a giocare.
È noto come vanno le cose ed in molti il rammarico che quel mondiale sarebbe potuto anche essere il suo (chissà come sarebbe andata contro Vasco Guimaraes).
Ma il tempo è galantuomo.
Intanto Giuseppe viene promosso.
A luglio in Inghilterra (Leicester) col Granducato di Toscana (con cui partecipa anche ad una “Coppa Campioni ad inviti” ad Oldham, foto 7), non ancora al meglio, fa, in ogni caso caso, la sua parte e, soprattutto, ottiene, votato dai partecipanti al torneo, il premio Fair Play (foto 8).
Il meglio, però, deve ancora arrivare.
Gli anni Ottanta, infatti, si chiuderanno con i campionati italiani di Caserta.
Chi sarà il miglior junior di fine decade?
In autunno i regionali sono vinti di misura su Chimienti (foto 9).
8 e 9 dicembre, Caserta, finali.
Quella che segue la versione di Giuseppe stesso circa gli aneddotici episodi che lo instradano verso il successo.
Incassa una sola rete nel torneo, da Pausini.
La subisce nel girone, per un impreciso riposizionamento, (da parte dell’arbitro Arena), dopo un suo back, che scopre al tiro un attaccante avversario, che, invece, era in ogni caso coperto.
Non determinante il goal di Pausini (che da 0-2 accorcia solo e perde 1-2), ma che peserà per eliminare Dorato (che aveva perso 1-0 con Rosini e fa 0-0 con Pausini).
Giuseppe sottolinea che, magari, fosse passato il piemontese non sarebbe stato così agevole batterlo di nuovo più avanti.
Più avanti, invece (semifinale), trova l’ostico sardo Emanuele Licheri, che gli pareggia allo scadere, ma solo l’arbitro non considera valido il goal che avrebbe condotto ai supplementari.
Il risultato della finale è 3-1 ai piazzati con Perrino, ma…mettetevi comodi…
Regolamentari 0-0, con clamorosa traversa (leggi rete mangiata) di Rosini.
Nulla di fatto all’extra time.
Primo tiro piazzato per entrambi , Perrino segna e poi para…0-1.
Poi è Giuseppe, che prima para e poi segna, ma per tre volte consecutive!!!
Finito, campione d’Italia…neanche per idea…
A furor di popolo un video di una TV di Caserta, Canale 10, (poi fallita e bruciata), che ha filmato la due giorni, viene sottoposto all’arbitro (assurdo, se non è previsto dal regolamento! NB anche 30 anni dopo, in Val d’Aosta, succederà lo stesso, vedi prossimo articolo).
Pare ai più (locali) che la palla della terza rete del gigliato non sia entrata.
Compassatamente il buon Conti di Rieti, direttore di gara, accetta il forzato controllo, confermando la sua decisione.
Giuseppe Rosini, finalmente “il migliore” (foto 10) apprenderà di tutta questa “tarantella” solo a posteriori.
Sereno il ritorno a Firenze in macchina con la famiglia Parodi e Bianca Olivari.
Ci piace pensare che qualcuno (degli adulti) a bordo, lungo il tragitto sull’A1, leggendo i cartelli “Roma” non abbia (ri)pensato al mondiale ivi disputato solo 6 mesi prima, rimuginando tra sé: “Chissà se…”
1991, ed il nostro dovrebbe, con anticipo, passare di categoria.
Un’annunciata innovazione FISA, si vocifera, vorrebbe abbassare di un anno il limite junior.
Non se ne fa nulla e Giuseppe prima si disfa in regione dell’emergente Simone Bertelli (3-1, ma che fatica, è proprio Rosini a dirlo), poi il 23 e 24 novembre ad Arenzano, non sa ripetersi, fermato 0-1 in semifinale da Perrino.
1992 e, al fine, passa seniores ed un Guerino a Genova, un torneo nazionale a Milano ed una serie A a Bologna (preferiamo citare competizioni e città e non gli avversari) mettendo definitivamente a nudo ciò che era sempre mancato a Giuseppe per essere “sempre” il migliore.
Trattavasi, secondo noi, di poca attitudine al “subbuteo rissa”, necessaria a quel tempo (ma anche prima e dopo. Esperienza di chi scrive, che, ma con meno classe di Rosini, riusciva, all’occorrenza ad adattarsi).
A quel giovane (foto 11), giocatore gentiluomo, va il nostro apprezzamento per allora ed oggi una stretta di mano.
Auspichiamo che ad essa si associno tutti coloro che abbiamo letto ed apprezzato la sua vicenda (…potessimo almeno imparare da essa come tutelare i giovani…).
E con questo auspicio si conclude il racconto della carriera di Giuseppe Rosini, di scuola fiorentina, “il migliore”.