Incomprensibile ma ancor più inconcepibile, che letteralmente significa “Che non può essere concepito, cioè pensato, inteso dalla mente umana”.

Eppure, nel calciotavolo non è così, v’è qualcosa che è tutto vero: mi riferisco a quell’obbrobriosa oscenità dei portieri moderni (???) con i quali oggi gioca la quasi totalità dei giocatori. Figure abnormi che obnubilano e ostruiscono l’intero specchio di porta, di una bruttezza e di un’ingombranza mai viste al punto da generare più tristezza che rabbia.

Foto di www.astrobase.it

Ma come si è potuto realizzare e omologare da parte della Federazione Internazionale FISTF un cotanto scempio che imbrutisce ulteriormente il gioco (beninteso un gioco non uno sport) più bello del mondo?

Allucinante, allucinanti, eppur regolarmente utilizzati da tutti, dai top player e dai neofiti.

E pensare che cinquant’anni fa nel Regno Unito nasceva il gioco che a lungo è stato l’oggetto dei desideri dei ragazzini di mezza Europa. Tutto ruotava intorno a quel pezzo di stoffa verde che riproduceva un campo di calcio in scala: contava solo il divertimento di un pomeriggio in cui libri e quaderni rimanevano rigorosamente in cartella.

Sono passati oltre 60 anni ma non è vero che i sogni sono impalpabili. Per mezzo secolo noi allora ragazzini ci siamo innamorati della plastica e dei colori accesi delle miniature. Erano degli eroi alti poco più di un centimetro e mezzo, puranche meno. Dimoravano in scatole verdi, avevano tutti la stessa maglia consunta e la stessa faccia dai contorni sfumati e lisi, eppur riconoscibili, l’uno di fianco all’altro, Maradona, Van Basten, Pelè: si sfidavano tutti in cucina, sul tavolo da pranzo, persino in terra sul pavimento. Tutti mossi dalla punta di un dito, tutti spinti in avanti dalla fantasia di un giuoco immarcescibile.

Basculando (il termine tipico utilizzato dai nostalgici subbuteistici) sulle proprie basi quegli omini hanno finito col ridefinire per decenni il concetto di agonismo da salotto, hanno reso possibile la definizione di sé tramite il paragone con un avversario che poi era quasi sempre un amico o un familiare (quando non si decideva di giocare da soli e manovrare a turno entrambe le squadre). Una meraviglia per piccoli e grandi correre dietro a quelle figurine di plastica, quasi come se si volesse inseguire chissà cosa senza il benché minimo interesse a scimmiottare il gioco del calcio, a vincere o a perdere.

Sono passati oltre 60 anni: passi per l’evoluzione moderna del CDT, passi per la molteplicità delle basi, degli smussi, degli angoli e quant’altro si è evoluto nel divenire: ma su quegli orrendi portieri no, non si può passare, concettualmente e letteralmente, come se non bastasse l’illogica posizione di sospensione in alto senza toccare il panno.

Ah già, dimenticavo, è un gioco che non c’entra nulla con il calcio, ergo tutto è lecito.

Vaglielo a spiegare a chi, malato, vive, si alimenta e pensa che vincere il mondiale, l’europeo o il campionato italiano (di un gioco s’intende, una contradditio in termini…) siano questione di vita o di morte.

E allora ben vengano obbrobri come i portieri attuali, l’importante è non prendere gol.

Questo è per tutto o quasi il mondo calciotavolistico ma per il MARADONA del Subbuteo NO: mi riferisco a MASSIMO BOLOGNINO, il n.1, il giocatore più forte, più talentuoso e più elegante di tutti i tempi, ma si sa un altro come lui non è mai nato e non nascerà mai !

Addì 26.02.2025                                                      Rosario Ifrigerio

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