Nello scorso numero di “Pianeta Under” ho provato ad analizzare come poter rimettere al centro delle politiche di sviluppo di qualsiasi associazione nazionale gli under. Sono sempre certo che la possibilità di sopravvivenza del gioco passi attraverso di loro e il tempo e la passione che vorremo dedicare ad insegnare.
In diversi articoli ho cercato di portare dei contributi su come organizzare una scuola di subbuteo, piuttosto che alcuni suggerimenti su come gestire al meglio un’associazione e sono sempre convinto che dobbiamo fare in modo che si trovi una soluzione che ridia slancio e entusiasmo alle associazioni sul territorio affinché venga dato spazio alle scuole di calciotavolo e si dedichino risorse e tempo a sviluppare i “vivai”.
Nelle proposte che abbiamo analizzato la scorsa uscita abbiamo parlato della “DeFrancesco/Strazza” che chi è iscritto alla newsletter ha ricevuto lunedì e accennato ad una mia proposta che ho denominato “proposta Brillantino”.
Ci tengo a precisare ed anticipare eventuali pensieri che potrebbero passare per la testa a “malelingue” o maliziosi del mondo FISCT: le recenti vicende avvenute in FISCT relative alle dimissioni del presidente aprendo la porta a nuove elezioni suppletive per sostituirlo, non fanno di me un possibile candidato al ruolo. Preferisco continuare questa avventura di calciotavolo.net con gli amici cercando di essere utile a 360° a tutti i subbuteisti di ogni specialità!
PROPOSTA BRILLANTINO
Nel passato, con l’avvento dei tornei a squadre, era uso schierare un giocatore under, chiamato allora junior, che doveva scontrarsi contro il suo pari nel match a squadre.
Per chi fosse meno esperto del mondo dei tornei subbuteo e calciotavolo, le partite a squadre si giocano 4 vs 4 su quattro tavoli diversi. La vittoria porta 1 punto alla squadra, la sconfitta 1 punto alla squadra avversaria. Il pareggio 0 punti. Va da sé che una partita può finire massimo 4-0.
L’idea che mi è venuta e che ho accennato lo scorso numero era proprio di ritornare al passato e inserire un under 15 obbligatoriamente in squadra. Attenzione: non un under qualsiasi, ma under 15 e solo under 15.
Il motivo dell’under 15 è molto semplice. Parliamo di un ragazzo tra i 12 ed i 15 anni, quindi ancora in fase di apprendimento e perfezionamento. Abbiamo la necessità di formarlo in modo molto serio e restare da solo lo porterebbe ad abbandonare. Pertanto i club si troverebbero nella condizioni di dover creare almeno un piccolo gruppo per riuscire a creare competizione e voglia di emergere ai più determinati per poter essere portati ai campionati nazionali di categoria.
Gli under 12 li escluderei da tale opportunità perché rtinego che un under 12 debba solo fare attività di gioco propedeutica ed ai tornei metterei il premio obbligatorio uguale per tutti i partecipanti, mentre gli under 19 sono il più delle volte giocatori già formati e pronti per competere con gli open, pertanto sarebbe come avere due giocatori senior.
LE REGOLE PER GLI UNDER
Sappiamo tutti che formare gli under è faticoso, dispendioso e di incerto successo. Può succedere che un ragazzo si stanchi, cambi attività, vada male a scuola con conseguenti assenza dagli appuntamenti di gioco, ecc. Quindi si rende necessario tutelare le associazioni che investono risorse su questa attività.
Sappiamo bene che stiamo parlando di un gioco e quindi è impensabile inserire indennità di sorta in caso di cambio club da parte di un giocatore sia esso under che senior, ma possiamo creare un regolamento specifico dei campionati che regolamenti la possibilità di partecipazione alle squadre.
LA TERRITORIALITÀ
Quando ho introdotto questo concetto, la scorsa settimana, sono stato contattato da alcune persone particolarmente attente alle dinamiche e proposte che regolano la possibilità di sviluppare l’attività per i ragazzi nel mondo del subbuteo.
In pratica la mia idee è quella di creare dei territori legati al club al fine di garantire al club che ha formato i ragazzi che essi restino con loro senza essere attirati da sirene di club, magari lontani con promesse ai genitori di rimborsi spese, trasferte gratuite, ecc.
La territorialità, nello specifico, è data dalla provincia di sede del club e le province confinanti. Molto semplice, imparziale e non interpretabile. Ma non è sufficiente. Un amico mi ha fatto notare, in effetti, che esistono territori con diversi club e formare un giocatore per poi vederselo cambiare maglia nel momento di maturazione per la squadra, farebbe perdere entusiasmo ed interesse rischiando di portare l’associazione a disinteressarsi dei campionati di categoria e conseguentemente lo sviluppo del’attività fra i più giovani.
SALVAGUARDIA DEL VIVAIO
Per garantire la salvaguardia del proprio vivaio, nel regolamento specifico per la partecipazione a squadre a tornei e campionati di categoria, bisognerebbe aggiungere che un under è considerato prodotto dal vivaio del club che lo ha tesserato e avuto nel club per minimo 2 anni e non potrà essere schierato per l’attività a squadre di club diversi da quello definito “di vivaio”, fino al compimento dei 18 anni.
In questo modo salvaguarderemmo il diritto dei giocatori di spostarsi a quale associazione preferiscano, fare attività individuale, ma non poter essere schierati nell’attività a squadre come under 15, ma solo eventualmente come giocatore equiparato al senior. Stesso divieto sarebbe da applicare per l’attività a squadre dei campionati giovanili, essi riservati esclusivamente agli under territoriali nel rispetto delle regole sopra esposte.
CONCLUSIONI
Sono ben conscio che portare obblighi è sempre brutto e potrebbe essere controproducente, ma abbiamo il dovere di provare a trovare delle soluzioni. Ovviamente quanto proposto non è sicuramente l’ottimo, ma potrebbe essere un punto di partenza oppure nulla, ma basta che smuova le coscienze e cerchi di far ripartire la promozione verso i ragazzi.
Solo remando tutti dalla stessa parte, nella consapevolezza che dovremo necessariamente divertirci un po’ meno (perbacco, a 50 anni si può anche ipotizzare, no!!??) per lasciare spazio ai più giovani.