Ci siamo. È arrivato il momento di chiudere questo diario, è giusto che ci si prenda una pausa e che si pensi ad altro.
Quindi, per ora, queste saranno le ultime pagine che scriverò a chiusura di un cerchio aperto, formalmente, nove settimane fa ma iniziato in realtà molti anni indietro.
Da una cantina di due metri e mezzo per due, rivestita con pannelli di polistirolo, con un attaccapanni anni ’70 ed una stufetta ad olio lunga appena una ventina di centimetri con un consumo di corrente pari alle luminarie di un Luna Park di medie dimensioni. Fortunatamente l’ambiente ristretto, la giovane età ed i rimproveri di papà mi hanno sempre consigliato un’accensione moderata ed attenta.
Quante partite, quanti agganci, pallonetti, difensive di misura, parolacce ed improperi di ogni sorta e livello, ovviamente in compagnia degli amici, sia quelli che hanno preso poi strade diverse che di quelli che continuano a condividere questa passione infinita. Una passione che è iniziata lenta, ma inesorabile e che ha affrontato prima l’indifferenza di chi non capiva a cosa giocavi e cosa ci trovavi di così divertente. Poi le difficoltà economiche di adolescenti che iniziavano a pensare a tutto quello che il mondo poteva offrire in alternativa. Passando per la creazione di un club, le prime trasferte e qualche piccola e rara vittoria.
Che dire poi della normale evoluzione di ognuno di noi, si cresce, ci si innamora, si inizia a lavorare e quindi matrimoni, figli, traslochi. Anni difficili per tutti, quando attraversi quella fase della vita dove tutto cambia, dove a volte sei costretto a crescere più in fretta del necessario, dove cambiano le priorità e diminuisce lo spazio per il divertimento spensierato.
Ma la passione non è scomparsa, è sempre lì, l’hai semplicemente messa in un angolo della tua mente o forse del tuo cuore per lasciare spazio a cose che devono essere più importanti per forza e perché è giusto che sia così. E la valigetta ti segue sempre in ogni spostamento, in ogni trasloco, ogni volta che ti sembra di non sapere dove metterla, riesci a trovare un angolino dove lasciarla lì a riposare perché tanto, che fastidio ti da?
Poi, finalmente, succede qualcosa di curioso e inaspettato. Succede che non sei l’unico ad avere avuto e ad avere ancora questa strana e per alcuni inspiegabile, passione. Scopri che ci sono migliaia di persone che hanno continuato a giocare negli anni ed a portare avanti questo gioco da molti considerato vecchio e superato.
Una mail semplice semplice con un link e tutto ciò che era stato anni prima e si era assopito, improvvisamente si riaccende. Guardi il pc e resti a bocca aperta come un bimbo davanti ad un chiosco di gelati in pieno agosto. Scopri che il mondo sulle basette di plastica è ancora vivo e gode di buona salute. In un attimo sei a casa a spolverare la tua cara valigetta e lucidi la tua squadra come se dovessi partecipare ad un concorso di bellezza. Tutto può ricominciare esattamente da dove si era interrotto o almeno questo è quello che pensi fintanto che non ricominci davvero a girare per tornei.
Il club rinasce, spazio alle nuove maglie, ai vecchi e nuovi giocatori che insieme a te rimettono in movimento un meccanismo che, anche se fermo da oltre un decennio, non è per nulla rotto ma solo arrugginito. Si riforma la squadra, ci si riscrive al campionato, si iniziano le iniziative promozionali, si parte con i corsi per gli under, si ricomincia a macinare chilometri per andare a giocare i vari tornei.
La valigetta torna protagonista.
Riusciamo anche ad ottenere risultati interessanti sia con la squadra open che con i nostri ragazzi, vittorie importanti sia di gruppo che individuali, promozioni di categoria, titoli a squadre e individuali, addirittura vittorie ai mondiali. Torniamo protagonisti o meglio riusciamo a far sì che il nostro amato gioco/sport venga di nuovo visto e riscoperto, perché gli obbiettivi, per noi, sono sempre stati chiarissimi. Divertirsi, stare in buona compagnia, vincere ma soprattutto far si che il Subbuteo, nelle sue varie forme, ci sopravviva. Questa poi è stata e sarà la sfida più grande ed impegnativa. Fare in modo che, fra duecento anni, quando non ci saremo più, qualcuno continui a colpire gli omini e a sognare pallonetti morbidi per scavalcare il portiere. Qualcuno continui, in futuro, a divertirsi e a far conoscere questo micromondo così strano e così incredibilmente bello. Continui a portare avanti questa passione così coinvolgente.
Continui a portare in giro la nostra Valigetta.