Tutto il Parlamento in piedi ad applaudire l’annuncio ufficiale del Premier che in data odierna ha baldanzosamente decretato e comunicato al popolo italiano la fine dello stato di emergenza il 31 marzo prossimo. Da non credere, minuti e minuti di scroscianti applausi da parte di una platea parlamentare straordinariamente entusiasta la cui roboanza si è sentita sin nella lontana Germania, in Francia, nei Paesi Bassi, persino nella virtuosissima Scandinavia.
Un migliaio di parlamentari sui quali meglio stendere un velo pietoso. Un tripudio di gioia cui nessun individuo dotato di un normale quoziente intellettivo voleva e soleva credere. A differenza di gran parte del popolo italiota, ormai obnubilato da una pandemia e da punture reiterate che si pensava durassero almeno un altro decennio.
Uno spettacolo che definire incommentabile sarebbe eufemistico.
Di tutt’altro tenore e ben altra connotazione gli applausi invero convinti e sentiti da riservare e dedicare con gioia e ammirazione per il nostro Direttivo le cui iniziative, da un biennio a questa parte e in ogni ambito, non si contano più: dall’informatica alla comunicazione, dall’organizzazione alla corretta applicazione della burocrazia, dall’amministrazione finanziaria al gioco con i tanti eventi disputati e calendarizzati, in particolare negli ultimi tempi.
Per l’appunto IL GIOCO: il centro federale riapre i battenti ad aprile per la disputa dei Campionati italiani a squadre.
Si torna a giocare badate bene, non a fare sport: gioco, così come giocatori sono sostantivi che derivano dal verbo giocare e nulla hanno a che fare, in special modo nel cosmo subbuteistico, con gli atleti.
Semplicemente un’occasione per stare insieme, per abbracciare senza maschere e bavagli vecchi amici, per trascorrere un weekend di relax all’insegna del divertimento e, perché no, anche della sana e corretta competizione.
Parole come scudetto, retrocessioni, promozioni, play-off e play-out rivestono una connotazione squisitamente protocollare e infima rispetto a tutto il resto.
Manca un mese e mezzo, c’è tutto il tempo per riflettere, riguardarsi qualche video di Subbuteoland per ammirarne la bellezza della location, l’eleganza, l’educazione, il silenzio, il rispetto e naturalmente il divertimento puro.
C’è tutto il tempo per modificare registro, evitare scempi e scelleratezze di ogni genere, urla in faccia all’avversario di turno, esultanze smodate e scene indecorose.
C’è tutto il tempo per tornare ad essere bambini ma soprattutto uomini, per ritrovarsi al palazzetto dello sport di San Benedetto del Tronto con lo spirito giusto.
Su quel parquet che caratterizza la tornata dei campionati federali sarà difficile imitare Subbuteoland, ma se tutti si mettono in testa che sono lì per giocare e non per fare sport e sopraffare il prossimo con qualsiasi mezzo, se è vero che l’unione fa la forza, nulla vieta di poter assistere a una due giorni dalla quale tornare nelle proprie città soddisfatti e felici.
Non fosse altro che per due sacrosanti e ineludibili motivi:
- per rispetto nei confronti di se stessi prima ancora che degli altri;
- per solidarietà verso coloro che, causa pandemia e disavventure economiche, lavorative, familiari, dovranno disertare l’evento afflitti da problematiche tali per cui non possono di certo spendere tempo e soldi per un gioco.
E c’è tutto il tempo, terminata la manifestazione, per evitare stucchevoli esternazioni sui social inneggianti alle mete raggiunte nel ranking nazionale e internazionale, commenti di esaltazione, alzate di gomiti rispetto ai risultati ottenuti nella tornata marchigiana e quant’altro.
C’è tutto il tempo per pensare e per comportarsi di conseguenza: qualora ciò non accadrà vorrà dire che neppure la pandemia e tutto quello che si è portato dietro, ha insegnato qualcosa.
Per una volta si dia dimostrazione che un piccolo microcosmo possa essere di esempio per un paese di cui sapete perfettamente cosa penso, da docente economista, ma soprattutto da uomo della strada.
Un paese incommentabile, perfettamente in linea con quegli incommentabili applausi all’annuncio che allo stato di emergenza il 31 marzo prossimo verrà posto fine.
Rosario Ifrigerio
Cologno Monzese 25.02.2022