Quando si parla di calcio a Lisbona, la mente va subito al grande Benfica dell’indimenticato Eusebio ma la capitale lusitana ha dato i natali anche alla nemesi delle “aquile” biancorosse, ovverosia i “leoni” in maglia biancoverde dello Sporting che, in quanto a storia calcistica, non hanno poi così tanto da invidiare ai più titolati cugini.
Le origini dello Sporting Clube de Portugal affondano nel giugno del 1902, quando i giovani Francisco da Ponte, Horta Gavazzo e suo fratello José Maria decisero di creare lo Sport Club de Belas. Questo club, primo antenato dello Sporting, disputò una sola partita e alla fine dell’estate dello stesso anno si sciolse come neve al sole. Due anni dopo, l’idea di creare una squadra di calcio fu ripresa e, questa volta, ai fratelli Gavazzo si aggiunsero José Alvalade (José Holtreman Roquette) e José Stromp con il risultato di fondare un nuovo club, il Campo Grande Football Club. Le partite della nuova squadra vennero disputate nella tenuta del Visconte di Alvalade (Alfredo Holtreman), nonno di José Alvalade, mentre la sede del club fu stabilita nella residenza di Francisco Gavazzo.
Per due anni, il club intraprese un’intensa attività come polisportiva concentrandosi, in modo particolare, su calcio, tennis e scherma. Durante un picnic, organizzato il 12 aprile 1906, scoppiò una violenta discussione all’interno del direttivo con alcuni membri sostenitori dell’idea che il club avrebbe dovuto concentrarsi solo sull’organizzazione di picnic ed eventi sociali, ed altri che portavano avanti la teoria secondo la quale il club avrebbe dovuto invece dedicarsi alla pratica sportiva. Qualche tempo dopo, José Gavazzo, José Alvalade e altri 17 membri lasciarono il club, con quest’ultimo che affermò: “Andrò con mio nonno e lui mi darà i soldi per creare un altro club”.
Il nonno in questione era il Visconte di Alvalade, il cui fondamentale contributo in denaro contribuì alla fondazione del nuovo club, lo Sporting, del quale fu il primo presidente. José Alvalade, uomo particolarmente ambizioso e di grande successo dichiarò senza mezzi termini ai suoi soci e sostenitori di volere che: “Questo club sia un grande club, grande come i più grandi d’Europa”. Tre mesi dopo, il 1° luglio 1906, António Félix da Costa Júnior suggerì il nome di Sporting Clube de Portugal, motivo per il quale questa data è considerata quella ufficiale della nascita dei “leoni” di Lisbona.
L’anno 1907 fu il primo anno importante dalla fondazione del club in quanto testimone di alcune “prime volte”: il 3 febbraio lo Sporting disputò la prima partita di calcio della sua storia, terminata con una sconfitta per 5-1 contro il Cruz Negra, club di terza divisione, il 4 luglio inaugurò il suo primo terreno di gioco, noto come “Sítio das Mouras” (il più avanzato del Portogallo all’epoca, dotato di docce, due campi da tennis, una pista di atletica e un campo da calcio) e il 1 Dicembre disputò il primo derby cittadino contro i rivali del Benfica (allora conosciuti come Grupo Sport Lisboa) : questo primo derby passò alla storia per il trasferimento sospetto di 8 giocatori dal Benfica allo Sporting il giorno prima dell’incontro che si concluse con il punteggio di 2 – 1 in favore proprio dei biancoverdi. Furono anche gli anni in cui brillava la stella di Francisco Stromp, a lungo un punto di riferimento per i tifosi dello Sporting
Lo Sporting giocò la sua prima partita di Primeira Liga (la prima divisione del calcio portoghese) il 20 gennaio 1935, vincendo per 6 – 0 contro l’Académica de Coimbra ma un anno dopo, nel 1936, conobbe la sconfitta più pesante di sempre contro il Porto, risultando sconfitto per 10-1. Lo Sporting, tuttavia, si prese la rivincita nella stagione successiva, quando umiliò la stessa squadra con il risultato di 9-1. Quattro anni dopo, siamo nel campionato 1940/41, sotto la guida del manager ungherese József Szabó, il club festeggiò il primo titolo nazionale della sua storia che si aggiunse ai 18 titoli vinti nel campionato locale di Lisbona
I “Leones” raggiunsero l’apice del successo negli anni Quaranta e Cinquanta, grazie anche ad un quintetto di giocatori del calibro di Fernando Peyroteo, José Travassos, Albano Pereira, Jesus Correia e Manuel Vasques, soprannominati “I cinque violini”.
Grazie alla presenza dei cinque fenomeni, lo Sporting si aggiudicò sette scudetti in otto stagioni tra il 1947 e il 1954, di cui quattro consecutivi con Fernando Peyroteo, il più noto dei “violini”, considerato tuttora uno dei più grandi giocatori portoghesi di tutti i tempi.
Il 4 settembre 1955 lo Sporting e la squadra jugoslava del Partizan entrarono nella storia, disputando la prima partita della Coppa dei Campioni, la più importante competizione continentale per club. Il giocatore dello Sporting João Martins segnò il primo gol in assoluto della competizione, al 14° minuto ma la partita si concluse con un pareggio per 3-3. Un anno dopo, siamo al 10 giugno 1956 lo Sporting inaugurò anche la sua nuova casa, lo Stadio José Alvalade, che sarebbe stato il suo terreno di gioco fino al 2003.
Gli anni ’60 furono caratterizzati dal successo europeo in Coppa della Coppe grazie alla vittoria in finale contro i magiari dell’MTK Budapest e dopo un percorso nel quale furono via via eliminate Atalanta (turno preliminare), Apoel Nicosia (con un roboante 16 – 1), Manchester Utd (1 – 4 in trasferta ma 5 – 0 a Lisbona), e Lione in semifinale prima del trionfo finale.
La rete decisiva contro gli ungheresi fu realizzata da Joao Morais direttamente da calcio d’angolo.
Il club tentò il bis qualche anno dopo, nell’edizione 1973/74 ma, questa volta, furono i tedeschi dell’Est del F.C. Magdeburg a frenare la corsa dello Sporting verso la finale, eliminando i lusitani in semifinale.
In quello stesso anno, Hector Yazalde, centravanti dello Sporting, si aggiudicò la Scarpa d’Oro europea grazie alle 46 reti messe a segno in campionato.
Gli anni ’80 furono caratterizzati da un inizio folgorante ma anche da un lungo periodo di astinenza dalla vittoria. Sotto la guida del manager inglese Malcom Allison, ingaggiato dallo Sporting nel 1981, arrivò il double nazionale con la vittoria del titolo e della coppa nazionale nel 1982
Al double nazionale del 1982 fece seguito un lungo periodo d’astinenza da titoli, durato per ben 8 stagioni, fino al 2000 anche se, nel 1987, lo Sporting si aggiudicò la Supercoppa portoghese battendo gli acerrimi rivali del Benfica con il rotondo punteggio di 4 – 0.
I tifosi biancoverdi dovettere poi attendere il 1995 per assistere alla vittoria della Coppa del Portogallo (2 – 0 in finale al Maritimo) ed alla Supercoppa dell’anno successivo dopo essersi aggiudicati la gara di spareggio per 3 – 0 al Parco dei Principi di Parigi contro il Porto (0 – 0 e 2 – 2 nelle due gare disputate a Lisbona ed Oporto): di Sa Pinto (doppietta) e Carlos Xavier le reti del trionfo in terra francese.
Tra i momenti clou di questo periodo vanno ricordati la vittoria per 7-1 contro gli acerrimi rivali del Benfica al vecchio Stadio José Alvalade il 14 dicembre 1986 e l’eliminazione in semifinale di Coppa UEFA ad opera dell’Internazionale di Milano.
Fu, però, agli albori del nuovo millennio che lo Sporting iniziò una nuova era vincente; già nel 2000, sotto la guida di Augusto Inacio (subentrato sulla panchina dei biancoverdi all’italiano Giuseppe Materazzi), il club si aggiudicò, dopo 18 anni, il titolo nazionale all’ultima giornata grazie alla vittoria per 4 – 0 contro il Salgueiros. Nella stagione successiva, inaugurata con la vittoria in Supercoppa, concluse il campionato in terza posizione ma solo un anno dopo mise a segno un nuovo double (18° titolo in campionato e coppa nazionale) per poi vincere nuovamente la Supercoppa di Portogallo 2002
Il 21 giugno 2002 il club inaugurò, inoltre, la sua “cittadella”di allenamento, situata ad Alcochete, 30 km a est di Lisbona, una struttura all’avanguardia e, probabilmente, la migliore del Portogallo, un vero e proprio gioiello di tecnologia se rapportato al momento storico. Il 2002 fu, purtroppo, anche uno spartiacque tra una sorta di epoca d’ora e un periodo di magra dal punto di vista dei titoli conquistati.
Nella stagione 2004/05, lo Sporting, guidato da José Peseiro, rimase a lungo in testa alla Primeira Liga compiendo, al contempo, un buon percorso in Coppa UEFA. Tuttavia, alla fine della stagione, la squadra perse tutte le possibilità di vincere qualsiasi trofeo: la prima battuta d’arresto si verificò già il 26 gennaio del 2005, quando fu eliminato dalla Taça de Portugal dopo aver perso 7-6 ai rigori contro il Benfica. Ciononostante, riuscì a conquistare la leadership della Primeira Liga guadagnandosi in più l’accesso alla seconda finale europea della sua storia in Coppa UEFA dopo aver sconfitto gli olandesi dell’AZ Alkmaar in semifinale.
Nel momento decisivo, però, la squadra si sciolse come neve al sole dapprima perdendo la penultima partita di Primeira Liga contro il Benfica (che volle dire scivolare al terzo posto in classifica) e poi facendo il “bis” con la finale di Coppa UEFA pur se giocata tra le mura amiche (1 – 3 contro il CSKA Mosca dopo aver chiuso l’intervallo in vantaggio per 1 – 0).
Due vittorie consecutive in Coppa del Portogallo (2007 e 2008) hanno solo parzialmente mitigato altre disfatte più o meno fragorose come l’eliminazione in semifinale di Europa League nella stagione 2011/2012 ovvero quella precedente negli ottavi di Champions League 2008/2009 (un 1 – 12 totale contro il Bayern Monaco dopo aver superato, per la prima volta, la fase a gironi)
Se, dal punto di vista sportivo, si era assistito ad un periodo di altalenanti fortune, le cattive notizie arrivarono dal versante finanziario in quanto, dopo anni di cattiva gestione, nel 2011 lo Sporting arrivò ad accumulare debiti per oltre 276 milioni di euro con conseguenti ripercussioni sulle operazioni di mercato ed un misero settimo posto finale (peggior piazzamento di sempre nella storia del club) al termine della Primeira Liga 2012/13. Dopo una serie di avvicendamenti a livello dirigenziale (con una serie di porte girevoli tra il 2009 ed il 2013), nel 2013, in seguito alle forti pressioni dei soci del club, il Presidente Godinho Lopes rassegnò le dimissioni per essere sostituito, a strettissimo giro di posta, da Bruno de Carvalho.
Il neo – presidente riuscì a rinegoziare il debito con le banche e, soprattutto, ad attirare nuovi investitori come l’angolano Alvaro Sobrinho il quale, attraverso la società d’intermediazione Holdimo, detiene ancora 20 milioni di azioni del club. Nel frattempo, un audit interno sulla gestione finanziaria del club dal 2009 al 2013 portò alla luce la condotta “allegra” dell’ex presidente Godinho Lopes il quale, alla fine, fu espulso dall’assemblea dei soci.
Tornando alle cose di campo, va rilevato come anche la squadra beneficiò della rivoluzione a livello societario; sotto la guida di Leonardo Jardim, lo Sporting chiuse al secondo posto il torneo 2013/14 qualificandosi direttamente per la fase a gironi della Champions League dell’anno successivo, la prima presenza dopo cinque lunghissimi anni.
Nella stagione 2014/15 un trofeo torna nella bacheca dei “leoni” grazie alla 16° vittoria in Coppa del Portogallo in una finale drammatica, contro lo Sporting Braga, nella quale lo Sporting si trovò sotto per 0 – 2 all’intervallo riuscendo, però, a recuperare il passivo con una rete di Slimani all’83° minuto e una di Fredy Montero nei minuti direcupero per poi aggiudicarsi la coppa alla lotteria dei calci di rigori (3 – 1 il finale dalla lunetta)
Nel giugno 2015, Jorge Jesus fu nominato allenatore dello Sporting dove essere stato messo alla porta proprio dagli acerrimi rivali cittadini del Benfica acuendo ancora di più l’astio tra i due club della capitale lusitana. Sotto la guida di Jesus, lo Sporting si aggiudicò la Supercoppa portoghese per l’ottava volta proprio contro i due volte campioni del Benfica ma, nonostante l’inizio brillante in campionato, chiuse quest’ultimo al secondo posto con 86 punti, a due punti dallo stesso Benfica campione. Dopo una stagione conclusa senza conquistare alcun trofeo, nel 2018 la squadra conquista la sua prima Coppa di Lega battendo in finale il Vitoria Setubal dopo i calci di rigore.
Tuttavia, il 15 maggio 2018, pochi giorni dopo aver chiuso il campionato in terza posizione, diversi giocatori e l’allenatore furono aggrediti da una cinquantina di sostenitori della squadra al campo di allenamento del club. Cinque giorni dopo lo Sporting fu sconfitto in finale di Coppa del Portogallo contro l’Aves e, dopo ulteriori 30 giorni, ben nove calciatori decisero di rescindere il contratto con il club il che portò, dopo un’infuocata assemblea dei soci, anche al licenziamento del presidente Bruno de Carvalho.
Fortunatamente, nei giorni immediatamente precedenti all’assemblea, un comitato di gestione, alla cui guida c’era l’ex presidente Sousa Cintra, riuscì a far cambiare idea ad alcuni elementi fondamentali della rosa come Bruno Fernandes, Bas Dost e Rodrigo Battaglia.
Nel frattempo Frederico Varandas è stato eletto presidente l’8 settembre 2018 mentre sulla panchina della squadra, dopo l’esonero di Jorge Jesus all’inizio della stagione 2018/19, si è seduto Josè Peseiro, licenziato, però, dopo una sola stagione per gli scarsi risultati conseguiti sul campo.
Nel marzo 2020, Rúben Amorim è stato nominato manager dello Sporting ma solo dopo aver pagato un indennizzo di 10 milioni di euro allo Sporting Braga, del quale era diventato da poco capo allenatore, diventando il terzo manager più costoso di sempre. Nella prima stagione completa da allenatore del club, Amorim guida lo Sporting prima alla vittoria in Coppa di Lega e dopo al 19° titolo di campione nazionale a distanza di 19 anni dall’ultimo titolo conquistato.
Dopo la vittoria del campionato, anche la stagione 2021/22 parte bene con la vittoria della Supercoppa grazie al successo in finale contro lo Sporting Braga, battuto per 2 – 1
Sempre nella stagione 2021/2022, la partecipazione alla fase a gironi di Champions League non partì con il piede giusto ma, dopo essersi rimessi in carreggiata, lo Sporting è riuscito a piazzarsi al secondo posto alle spalle dell’Ajax e davanti al Borussia Dortmund (grazie alla differenza reti favorevole nello scontro diretto) per poi essere eliminato dalla corazzata Manchester City agli ottavi di finale (pesante 0 – 5 a Lisbona e pareggio a reti inviolate nella gara di ritorno all’Ethiad).
In chiusura vale la pena aprire una doverosa parentesi per citare quello che, senza ombra di dubbio, è stato il calciatore più forte che lo Sporting abbia mai avuto tra le sue fila, Cristiano Ronaldo, il quale arrivò a Lisbona, da Madeira, all’età di 12 anni, inizialmente sottovalutato per il suo fisico gracilino. Al provino, il suo fraterno amico Albert Fantrau evitò di segnare il gol decisivo e passò la palla a Cristiano: “tieni, sei tu il fenomeno e meriti lo Sporting più di me”. Fu il gesto che fece iniziare tutto e che Ronaldo non ha mai dimenticato, tanto da pagare da allora una specie di vitalizio al generoso Albert. Sulla scheda compilata quel giorno, gli scout dello Sporting scrissero di Cristiano: “Giocatore con un talento eccezionale e tecnicamente molto sviluppato”. Lo Sporting lo pagò l’equivalente di 12 mila euro e, dopo aver trascorso 6 anni nelle formazioni giovanili del club, passò al professionismo nella stagione 2002/2003, l’unica disputata con la maglia dello Sporting in Primeira Liga (31 presenze e 5 reti in tutte le competizioni) prima di spiccare il volo per Manchester e creare il mito di CR7
Lo Sporting disputa le sue gare casalinghe allo stadio Josè Alvalade, un impianto di gioco che prende il nome dal fondatore e primo socio del club e che è stato costruito accanto al vecchio stadio inaugurato il 10 giugno del 1956. Il nuovo Josè Alvalade fu invece costruito in occasione dell’assegnazione al Portogallo dell’organizzazione della fase finale di Euro 2004 e la prima pietra fu posta il 15 gennaio del 2001
Lo stadio rappresenta il centro di un complesso chiamato Alvalade XXI, progettato dall’architetto portoghese Gil Dias, che comprende un centro commerciale chiamato Alvaláxia con un cinema a 12 schermi, un centro benessere, il museo del club, un padiglione sportivo, una clinica e un edificio per uffici. Il complesso è costato complessivamente 162 milioni di euro, di cui quasi 120 milioni di euro per lo stadio. All’esterno, l’impianto di gioco è caratterizzato da piastrelle multicolori e, almeno in origine i sedili erano disposti in un mosaico di colori misti dall’aspetto casuale anche se, durante il secondo decennio di utilizzo, sono stati tutti gradualmente cambiati in verde scuro, con le torri di sostegno del tetto e le scale di accesso, inizialmente di colore giallo brillante, anch’esse ridipinte di verde. Il nuovo Estadio Josè Alvalade è stato classificato dalla UEFA come stadio a 4 stelle, che gli consente di ospitare le finali dei principali eventi UEFA, ha una capacità di 50.095 spettatori, è stato progettato acusticamente per ospitare grandi concerti e dispone anche di 1.315 posti auto sotterranei, di cui 30 per spettatori disabili. L’inaugurazione ufficiale del nuovo stadio è avvenuta il 6 agosto 2003, quando lo Sporting ha giocato e battuto il Manchester United per 3-1. Lo stadio ha ospitato cinque incontri della fase finale di Euro 2004, tra le quali la semifinale tra Portogallo e Olanda, vinta dai padroni di casa per 2-1. Nel maggio 2005 lo stadio ha avuto la certificazione delle 5 stelle UEFA e nello stesso mese ha ospitato la finale di Coppa UEFA tra lo Sporting e il CSKA Mosca, vinta dal CSKA Mosca per 3-1. Durante la pandemia da COVID 19 è stato anche sede degli incontri dei quarti di finale e delle semifinali della UEFA Champions League 2019-20.
Le precedenti righe ci hanno parlato sicuramente di un club dalla grande storia calcistica, ricca di trofei e di grandi protagonisti della pedata (cit.); e dal punto di vista del verde mondo del caro Peter Adolph ?
Anche in questa veste lo Sporting non delude essendo presente sia nel catalogo HW che in quello LW; soprattutto nel primo caso, si tratta di una ref non comunissima e dal discreto valore collezionistico: stiamo parlando della ref. 277
Per la ref HW 277 ci sono almeno 2 varianti come quelle raffigurate in foto, entrambe con la classica maglia a strisce orizzontali verdi su fondo bianco con calzoncini neri e calzettoni bianchi con strisce orizzontali verdi. Le due varianti differiscono, come si può notare, per l’accoppiata base/inner, verde/nera nel primo caso e verde/bianca (molto simile al Celtic) nel secondo.
Anche nel catalogo delle LW lo Sporting è presente con la ref 277 ed ha un aspetto del tutto sovrapponibile alla prima delle due varianti HW summenzionate.